Data: 10/04/2020 16:00:00 - Autore: Floriana Baldino

Avv. Floriana Baldino - Sulla gravissima situazione economica italiana contemporanea non vi � pi� nulla da aggiungere. Siamo in recessione. La grave crisi di liquidit� delle famiglie e della aziende � ormai acclarata, ma dai Tribunali arrivano sempre pi� segnali di speranza. Stanno offrendo, sempre pi� e quasi in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, una seconda chance al "consumatore sovraindebitato". Questa volta per� non parleremo del consumatore e della legge salva-suicidi, ma del caso trattato dalla Ctp di La Spezia (vedi sentenza n. 311/2019 sotto allegata), riguardante un'azienda, nello specifico una Snc, dichiarata fallita nel 2010, a cui � seguito un concordato fallimentare omologato nel 2013.

La vicenda: concordato fallimentare omologato e pignoramento

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La societ� aveva proposto un concordato prefallimentare, nel 2010, e lo stesso era stato omologato dal Tribunale di La Spezia.

Tuttavia, successivamente all'omologa del concordato, l'Agenzia Entrate e Riscossione notificava alla societ� dapprima delle intimazioni di pagamento e successivamente degli atti di pignoramento, che venivano tempestivamente impugnati dinanzi alla Commissione Tributaria. La societ� eccepiva l'illegittimit� delle iscrizioni a ruolo e delle intimazioni, posto che la Snc era stata dichiarata fallita nel 2010, ed era seguito poi il concordato fallimentare omologato nel 2013.

La CTP di La Spezia osserva: "la societ� ha depositato l'omologazione, da parte del Tribunale della Spezia, nel concordato fallimentare sopra richiamato, cui segu�, da parte dello stesso Organo Giudiziario, la declaratoria di inesigibilit� anche da parte dell'Agenzia delle Entrate, dei debiti concorsuali non integralmente soddisfatti. In conseguenza di quanto precede, � evidente che nessun intimazione poteva essere emessa dall'Agenzia delle Entrate, per il pagamento di un debito tributario, in realt� ha gi� definito".

La ratio del concordato preventivo

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Il Tribunale di La Spezia si � gi� espresso, diverse volte, sulla causa tipica del concordato, ribadendo che la ratio del concordato � quello di garantire, seppure in maniera talvolta minimale, una percentuale di soddisfacimento dei creditori che si prospetti come alternativa migliore rispetto alla liquidazione fallimentare.

Facendo inoltre proprio l'orientamento della Corte d'Appello di Genova rigetta puntualmente le opposizioni proposte dall'Agenzia delle Entrate per inammissibilit� del concordato a causa della falcidia dell'IVA.

Con riferimento invece alla percentuale modesta di soddisfacimento attribuita alla propria classe di creditori, il Tribunale cos� si � espresso (1% nel caso di specie): "Non si ritiene che, a fronte di una mancanza di alternativa migliore in sede fallimentare, possa determinare il venir meno della causa tipica del concordato, che � quella di garantire, seppur in maniera minimale come nel caso di specie, una percentuale di soddisfacimento dei creditori (in termini di percentuale minima si � espressa la Suprema Corte a sezioni unite con la sentenza 521/2013).

Inesigibilit� anche dei crediti IVA

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Con riferimento alla falcidiabilit� dell'IVA, il Tribunale di La Spezia rinvia al decreto della Corte d'Appello di Genova, 10/27-7-2013: "la quale decidendo sul reclamo proposto avverso il decreto di diniego di omologa di un concordato preventivo, emesso da codesto Tribunale, sul presupposto della non falcidiabilit� del credito IVA, ha omologato detto concordato. La Corte ha espresso infatti l'orientamento secondo il quale il legislatore ha configurato il divieto di falcidia del credito IVA come un limite imposto espressamente alla proposta di transazione fiscale, per cui ritenere l'operativit� anche nel caso in cui il debitore non abbia inteso far ricorso a tale procedura costituisce non solo come interpretazione estensiva non consentita per difetto della eadem ratio... ma anche un'interpretazione che contrasta con la lettera della legge... ritiene pertanto il Collegio che il principio di intangibilit� dell'imposta sia operativo solo nell'ambito del concordato fiscale�".


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