Data: 06/04/2020 12:00:00 - Autore: Law In Action - di P. Storani

di Paolo M. Storani - Ospitiamo un illuminante compendio del Prof. Avv. Adolfo Scalfati, ordinario di Procedura Penale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università d Roma Tor Vergata che potrebbe fungere da traccia per la gestione dell'immediato futuro della Giustizia nel settore penale.

Si approssima, infatti, il 15 aprile 2020, ultimo giorno della sospensione emergenziale dei termini e delle attività processuali.

Ringrazio sentitamente il Prof. Scalfati per questa sintesi, rapida ed efficace, da presentare all'attenzione dei lettori di LIA Law In Action.

Buona lettura!

La gestione processuale dei giorni futuri

di Adolfo Scalfati

Garantire il diritto alla salute restringendo l'impiego del carcere

Innanzitutto il ricorso alla misura cautelare carceraria, incluse le pre-cautele laddove presentino margini di discrezionalità (arresto "facoltativo", fermo), dovrebbe essere proporzionato a garantire il diritto alla salute, quale prerogativa meta-individuale, con l'obbiettivo di attenuare il fenomeno carcerario; entro tale perimetro, sarebbe auspicabile l'inserimento temporaneo (finché dura l'emergenza sanitaria) di formule legislative che restringano l'impiego del carcere o dei ricoveri in case di cura. Sotto tale profilo, un contenimento legislativo potrebbe essere adottato anche per gli ordini di esecuzione, pure nelle REMS.

Nella prosecuzione dell'attività giudiziale s'impone l'effettività del contraddittorio e dell'immediatezza

Quanto alla prosecuzione dell'attività giudiziaria, non credo che in nome dell'efficienza siano sacrificabili l'effettività del contraddittorio e dell'immediatezza (rectius, quel che resta dell'immediatezza dopo le Sezioni Unite); inclinerebbe il piano delle garanzie postulare una ripresa dell'attività giudiziaria in tempi rapidi, immaginando uno spregiudicato ricorso a strumenti di videoconferenza o la realizzazione di atti con "misure di prossimità", spesso improponibili.

Le limitazioni alla difesa che si incontrano nello smart-working

Lo smart-working giudiziario difficilmente permette ora - e difficilmente permetterebbe nell'immediato futuro - di accedere agli uffici destinati alle attività prodromiche ad allestire la difesa, soprattutto nei processi di grandi dimensioni.

D'altro canto, appare soluzione non conforme al criterio di legalità attribuire ai capi dell'ufficio - o, peggio, al singolo magistrato – la scelta di quali udienze svolgere, ipotesi che metterebbe a repentaglio il più basilare quoziente di eguaglianza, anche sul terreno del diritto individuale alla salute.

Indispensabile un intervento legislativo lineare

Occorre una soluzione legislativa chiara.

Dinanzi all'attuale stato delle cose appare proporzionato proseguire con la sospensione (dei termini e) dell'attività giudiziaria, salvo udienze o procedure con imputati detenuti che ne chiedano lo svolgimento e quelle con i termini di custodia prossimi a scadere, senza contemplare, al contempo, alcuna sospensione dei tempi cautelari.


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