Data: 07/04/2020 11:00:00 - Autore: Floriana Baldino
Avv. Floriana Baldino – Dal Tribunale di Trani e con la firma dell'Ill.mo Giudice, Dott. Infantini, su istanza dello scrivente avvocato, arriva un provvedimento molto importante, nello specifico un decreto di apertura della liquidazione, legge 3/2012, che assume un valore di gran lunga maggiore se si considera il grave periodo di crisi che stiamo vivendo.

Legge salva-suicidi e cancellazione dei debiti

A fare da apripista con la legge salva-suicidi, con un'importante falcidia del debito erariale, è stato sicuramente il Tribunale di Busto Arsizio che, nel lontano 2014, quindi a soli due anni dall'entrata in vigore delle legge, falcidiò l'80% del debito erariale, addirittura con un piano del consumatore.

Ma molti altri Tribunali stanno riconoscendo oggi una seconda chance ai debitori sovraindebitati incolpevolmente.

Possiamo citare, tra i tanti, il Tribunale di Brescia che ha salvato un architetto, sessantenne e sovraindebitato, da un debito milionario.

Altro Tribunale molto sensibile al tema della legge salva suicidi è quello di Ivrea che ha falcidiato un rilevante debito con il fisco, pari ad 2,5 milioni di euro, della famosissima showgirl, Cristina Chiabotto.

Ora anche il Tribunale di Trani conferma la sua costante sensibilità verso gli imprenditori schiacciati dai debiti, ed offre una seconda chance ad un grande imprenditore edile, un architetto, schiacciato dalla crisi degli anni passati.

La procedura di liquidazione

La vicenda ricorda molto il caso trattato, in precedenza, dal Tribunale di Brescia.

Ci troviamo infatti di fronte ad un grande imprenditore impegnato nel settore dell'edilizia, schiacciato tuttavia dalla crisi del settore. Altre vicende hanno infatti aggravato il suo indebitamento, tra cui sicuramente una grave responsabilità dei creditori.

L'imprenditore istante, aveva sottoscritto numerose garanzie per due società, nello specifico due s.r.l., di cui lui stesso era socio.

L'istante aveva cercato di salvare in tutti i modi le sue società ma, nonostante avesse dato fondo a tutto il patrimonio immobiliare personale non era riuscito nel suo intento.

Una società è poi fallita nel 2019, su istanza di un creditore, mentre l'altra è attualmente in liquidazione.

Essendo le società incapienti, come sempre accade, sia gli istituti di credito che i creditori delle due società, aggredivano anche il patrimonio del socio.

I creditori tutti, ma in particolare un Istituto di credito, avviavano ripetute, distinte e numerose procedure esecutive contro le società e contro il socio, aumentando di fatto l'indebitamento incolpevole dell'istante in conseguenza delle nuove spese legali che l'architetto doveva affrontare per difendersi dalle nuove procedure esecutive e, nondimeno, dalle spese di giustizia e dei professionisti nominati nelle stesse procedure esecutive promosse dai creditori, ovvero i compensi dei diversi CTU nominati.

Il socio, tuttavia, non aveva più alcun bene immobile di proprietà da aggredire, nonostante il suo debito fosse ancora molto importante e destinato ad aumentare sempre di più per le spese di procedura e per gli interessi legali richiesti.

L'ultimo bene immobile, venduto nel 2018, aveva permesso, al socio istante, di mettere a disposizione della procedura di liquidazione tutte le somme ricavate da quella vendita, procedura di liquidazione oggi totalmente accolta.

Libero da tutti i debiti

I debiti del socio, a titolo di garanzia unitamente ai debiti personali e con lo Stato, ammontavano ad oltre 774mila euro.

Con l'ausilio dello scrivente avvocato il debitore, imprenditore/architetto e socio delle due società, è riuscito a recuperare anche le somme ricavate dalla vendita all'asta conclusasi a febbraio 2019, e destinerà, alla procedura di liquidazione, oggi aperta con decreto, tutte le somme derivanti dalla vendita dell'ultimo bene immobile di sua proprietà, al netto delle somme già impiegate per pagare parzialmente il debito con lo Stato.

Il debito falcidiato è superiore al 90%

Tutte le procedure esecutive avviate dai creditori verranno bloccate, come la legge salva-suicidi prevede, e le somme accantonate, in ogni singola procedura esecutiva avviata, verranno destinate alla procedura di liquidazione legge 3/2012.

Una grande vittoria per l'imprenditore e per lo scrivente avvocato, con una importante falcidia del debito totale.

Il tribunale di Trani si è mostrato, ancora una volta, all'avanguardia e molto sensibile nell'applicazione della legge salva-suicidi, al pari del Tribunale di Busto-Arsizio, Brescia ed Ivrea.

L'augurio è che anche in altri Tribunali, verrà riconosciuta una seconda chance ai debitori sovraindebitati incolpevolmente. In fondo questa è la ratio della salva-suicidi.


Tutte le notizie