Data: 08/04/2020 16:00:00 - Autore: Vittorio Corasaniti

Dott. Vittorio Corasaniti - In piena emergenza sanitaria va in scena al Senato la votazione per la conversione in legge del decreto n. 18/2020, con una grande sorpresa.

Se, infatti, la maggior parte degli italiani si trova chiusa in casa, la politica sente il dovere di neutralizzare i potenziali reclami di quella parte della popolazione che ricorre alle strutture ospedaliere esonerando da responsabilit� il personale medico o, addirittura, quello amministrativo che si trova a gestire l'emergenza sanitaria.

Decreto Cura Italia: verso responsabilit� medica limitata

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Per questo motivo, sono stati proposti almeno nove emendamenti, tutti diretti a limitare o ad eliminare responsabilit� in ambito civile, penale, amministrativo e persino erariale (leggi Verso una responsabilit� medica limitata).

Mentre, per�, gli emendamenti Salvini e altri e Quagliariello e altri paiono dirigersi esclusivamente al personale di vertice, escludendo le responsabilit� "dei datori di lavoro" e "dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria"; tutti gli altri, invece, escludono da responsabilit� anche gli operatori medici e sanitari (Comincini e altri; Lomuti e altri; Mallegni), oltre a una pi� generale esclusione di responsabilit� degli amministratori o delle strutture sanitarie e sociosanitarie (Faraone e altri; Ciriani-Calandrini; Marcucci e altri; Errani e altri).

Alcuni di essi prevedono "esenzione da responsabilit� professionali", "esclusione di colpa per imperizia", "non punibilit�" per aver agito in situazione di urgenza allo scopo di tutelare la vita o l'integrit� del paziente, presunzioni ex lege di "legittimo adempimento di un dovere" o di "forza maggiore" o "stato di necessit�". Altri, invece, stabiliscono una generale esclusione di responsabilit� penale, civile, amministrativa e da rivalsa.

La tutela del personale sanitario dalle azioni legali

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Tra i motivi che hanno portato alla proposta di questi emendamenti, vi � il fatto che alcuni studi legali hanno promosso e incentivato azioni legali avverso il personale sanitario che si trova a fronteggiare la crisi sanitaria, tra l'altro causando la reazione della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e il successivo intervento del Consiglio Nazionale Forense il quale, in qualit� di istituzione di rappresentanza dell'intera avvocatura italiana, ha assicurato che proceder� a vigilare attentamente su tutte le istituzioni forensi, sanzionando laddove fosse necessario ogni comportamento volto a speculare sul dolore e le difficolt� altrui, soprattutto in questo momento difficile di emergenza che il Paese sta vivendo.

Note critiche

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� chiaro che interventi legislativi del genere sono difficilmente compatibili con l'ordinamento, sia costituzionale, sia sovranazionale.

Da una parte, infatti, l'intervento a gamba tesa in ambito penale e l'eventuale estensione della portata dell'art. 2 c.p. sembrano collidere con il principio di legalit� stabilito dalla Costituzione.

Dall'altra, invece, tale legislazione pare del tutto incompatibile con strumenti internazionali come la Convenzione Europea dei Diritti Umani e il Patto Internazionale per i Diritti Economici Sociali e Culturali.

A ci� si aggiunga il fatto che l'Italia � attualmente sotto l'esame del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti Economici, Sociali e Culturali, il quale potrebbe ravvisare eventuali violazioni del Patto proprio sotto il profilo della mancata tutela del diritto alla salute o comunque dell'accesso alla giustizia vincolato a tale diritto.

Est modus in rebus

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Oltre a considerazioni esclusivamente giuridiche, ve ne � poi una di carattere sociale che vale la pena menzionare in questo contesto.

Mentre, infatti, la popolazione si sta adoperando per far fronte alla crisi sanitaria, rinunciando alla libert� di circolazione e ad altre libert� fondamentali, non pare pertinente una riforma legislativa che mira a stabilire l'esclusione della responsabilit� tout court per personale e amministratori sanitari.

In nessun caso, infatti, la "continuit�" del servizio sanitario pu� andare a discapito della "qualit�" dello stesso, specie considerando che ci si trova in un contesto in cui i cittadini vedono i propri cari entrare in una struttura ospedaliera senza sapere se e quando ne usciranno vivi.

Una scelta del genere potrebbe generare malcontento verso le istituzioni, alle quali, invece, si richiede di mantenere la calma per guidare il Paese verso la fine dell'emergenza, senza lasciarsi andare a legislazioni di emergenza che paiono vere e proprie barricate al libero accesso alla giustizia.

L'intervento dell'Ordine dei Medici di Roma

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Sul punto, � recentemente intervenuto anche l'Ordine dei Medici di Roma, il quale ha chiesto il ritiro degli emendamenti in questione, tra l'altro adducendo la necessit� di salvaguardare lo stato di diritto e di far luce su eventuali responsabilit�, poich� non si pu� pensare di assolvere a priori le strutture sanitarie e le istituzioni su cui incombe l'obbligo e la responsabilit� della gestione della crisi.


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