Data: 09/04/2020 19:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate
di Annamaria Villafrate - Un padre presenta al Tribunale un'istanza urgente affinché, anche in presenza dell'attuale situazione emergenziale sanitaria, gli venga garantito il diritto d'incontrare i suoi figli. Il Tribunale di Terni, con il provvedimento del 30 marzo 2020 (sotto allegato), bilanciando i vari interessi in campo, come il diritto dei minori alla bigenitorialità, il diritto del padre ad avere rapporti con i figli e la tutela della salute individuale e pubblica, dispone che gli incontri padre figli possano svolgersi da remoto, con il ricorso a WhatsApp o Skype, con l'intervento regolatore di un operatore dei Servizi sociali.

Istanza urgente per garantire gli incontri padre-figli

Un padre agisce in giudizio presentando un'istanza urgente con cui segnala la mancata attuazione delle statuizioni contenute nell'ordinanza presidenziale del 4 marzo 2020, che ha disposto l'attivazione di un percorso, con l'aiuto degli assistenti sociali, per ripristinare il rapporto tra il genitore e i figli. L'istante segnala il comportamento ostacolante, aggressivo e ritorsivo della ex, che impedisce perfino il contatto telefonico con i tre figli. Per questo chiede l'adozione urgente di tutti i provvedimenti più idonei a tutelare i suoi diritti di genitore "tenuto conto che il trascorrere del tempo rischia di pregiudicare ancor più gravemente i rapporti dei figli con il padre."
Il 26 marzo 2020 perviene una relazione da parte degli operatori del Servizio Sociale che da atto dell'impossibilità di attivare gli incontri padre figli in uno spazio neutro a causa del rischio da contagio da Covid19 e che riporta la preoccupazione dei genitori di far spostare i minori. La madre riferisce inoltre ai Servizi sociali che uno dei figli non vuole sentire il padre e che solo uno di fatto lo contatta telefonicamente, dietro sollecitazione della stessa. Il padre da parte sua riferisce preoccupazione, temendo che il trascorrere del tempo possa compromettere il rapporto con i figli, a causa dell'impossibilità d'incontrarli.
Il Tribunale rileva dall'ordinanza presidenziale la versione contrastante dei fatti che hanno condotto alla separazione della coppia, ed evidenzia come in detta sede non sia possibile conoscere quale delle due corrisponda alla realtà. Ragion per cui occorre valutare la situazione descritta dal Presidente e da cui risulta che i bambini da diversi mesi ormai vivono a casa dei nonni materni e che i rapporti con il padre sono stati sostanzialmente interrotti, stante la resistenza degli stessi a una frequentazione regolare con lo stesso. Occorre inoltre tenere conto del fatto che è la madre a occuparsi esclusivamente dei minori negli ultimi mesi. Da qui la necessità, evidenziata dall'ordinanza, di assicurare incontri in ambiente neutro con il padre.

Incontri nel rispetto della salute pubblica e individuale

Incontri che però, come evidenzia il Tribunale, vanno stabiliti bilanciando il diritto del padre ad avere un rapporto con i figli, quello di questi ultimi alla bigenitorialità con quelli di tutelare la salute pubblica e individuale. Al momento il Tribunale rileva l'impossibilità di assicurare incontri in luoghi protetti neutri, perché, la presenza necessaria degli operatori e il fatto che il padre sia costretto a postarsi da una zona a specifico rischio di contagio, violano i divieti di spostamento e di assembramento e aumentano le possibilità di genitori e figli di contrarre il virus.

WhatsApp e Skype per incontri regolati dall'operatore

Occorre quindi individuare una modalità d'incontro in grado di tutelare la bigenitorialità e la salute anche psichica dei minori, che verrebbe pregiudicata dall'imposizione di incontri non desiderati o da liti che potrebbero insorgere tra i genitori. Per questo pare opportuno fare in modo che gli incontri padre figli si realizzino con modalità che evitino lo spostamento dei minori e il contatto tra di loro e gli operatori, almeno tre volte la settimana.
WhatsApp e Skype sembrano gli strumenti ideali per effettuare video-chiamate regolate dall'operatore a cui è conferito il compito di chiamare i genitori. In questo modo infatti si garantisce l'incontro tra il padre e i figli e si prevengono atteggiamenti aggressivi e ostacolanti degli adulti. Condotte di cui l'operatore deve dare conto nella relazione periodica da depositare in cancelleria. Il tribunale invita i genitori a non forzare i minori che al momento oppongono resistenza, limitandosi ad agevolare gli incontri con quelli più disponibili.
A tal fine il Tribunale quindi "dispone che i responsabili del Servizio Socio assistenziale del Comune (...) organizzino, fino al termine dell'emergenza sanitaria, incontri tra il padre e i figli minori con modalità da remoto, alla presenza di operatore del Servizio Sociale, solo ove ciò sia conforme all'interesse della prole, secondo quanto meglio specificato in motivazione, garantendo comunque la necessaria autonomia dei responsabili del servizio per la organizzazione dei contatti, alla luce delle esigenze che dovessero manifestarsi, anche prevedendo relazioni diversificate tra il padre e ciascuno dei figli."
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