Data: 15/04/2020 22:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli � Mercoled� 1� aprile molti professionisti, avvocati e non, si sono svegliati e hanno inviato alla cassa previdenziale di appartenenza la domanda per poter beneficiare del bonus da 600 euro riconosciuto dal Cura Italia per aiutarli a far fronte all'emergenza coronavirus. Di certo un grande sollievo per tutti coloro che hanno subito un brusco arresto della propria attivit�.

Gioved� 9 aprile, per�, le cose sono cambiate: chi � iscritto anche all'Inps deve rinunciare al bonus!

Bonus 600 euro: cosa � cambiato?

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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto liquidit�, infatti, si � scoperto che i professionisti iscritti a una cassa di previdenza privata e, contemporaneamente, all'Inps non hanno diritto a un bel niente.

A dirlo senza lasciare spazio a dubbi � l'articolo 34 del decreto, che limita il riconoscimento dell'indennit� agli iscritti a una cassa che siano "non titolari di trattamento pensionistico e iscritti in via esclusiva".

Leggi: "Bonus 600 euro avvocati: le novit�"

Bonus 600 euro professionisti: criteri da rivedere?

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La situazione riguarda un'ampia platea di professionisti.

Pensiamo, ad esempio, a un avvocato o a uno psicologo che svolga anche una sporadica attivit� di giornalista pubblicista e che, con riferimento a quest'ultima, abbia deciso di iscriversi alla gestione separata Inps.

Le proteste si sono subito levate a gran voce: non tanto (o non solo) per il fatto di dover rinunciare a una somma che stava per essere incassata (o che, addirittura, era gi� stata accreditata) e sulla quale si era iniziato gi� a fare conto, ma soprattutto per il criterio scelto per limitare la platea dei fruitori. La doppia iscrizione � davvero una ragione valida per poter rinunciare dell'indennit�?

L'indennit� spetta davvero a chi � in difficolt�?

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Ricordiamo che a poter richiedere il bonus da 600 euro sono stati coloro che, nel 2018:

hanno percepito un reddito complessivo non superiore a 35mila euro,

hanno percepito un reddito complessivo compreso tra 35mila e 50mila euro e, nel primo trimestre 2020, a causa del coronavirus hanno cessato, ridotto o sospeso la propria attivit� autonoma o libero-professionale di almeno il 33% rispetto al reddito del primo trimestre del 2019.

Soffermiamoci sulla prima ipotesi, che � quella alla quale si sono appigliate la maggior parte delle richieste: chi, nel 2018, ha fatturato 34.999,99 euro ed � iscritto solo a una cassa di previdenza privata vedr� a breve sul proprio conto 600 euro in pi�; chi ne ha fatturati, ad esempio, 9.000,00 ma � iscritto sia a una cassa che all'Inps no.

Una norma da rivedere?

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Nel frattempo, tutti i pagamenti sono bloccati in attesa che le casse completino le istruttorie e stralcino le domande che, entro i termini stabiliti, non dichiarino l'appartenenza esclusiva alle stesse.

Ma i dubbi circa l'equit� e la razionalit� della norma sono molti e oggetto di quotidiana discussione. Se non ci sono i soldi per tutti, in sede di conversione occorrer� adottare un criterio pi� "giusto" per risparmiare?


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