Data: 14/04/2020 18:11:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – Invoca un salario universale che possa tutelare i lavoratori poveri. Papa Francesco ancora una volta non le manda a dire ed interviene anche su fatti di politica e di economia.

Il messaggio all'Europa

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Parla prima ai governi degli stati dell'Europa unita il santo Padre e, in un passaggio del messaggio "Urbi et Orbi", sottolinea come «Oggi l'Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero. Non si perda l'occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative- in caso contrario, aggiunge - l'alternativa è solo l'egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni».

Il Pontefice: «Serve una retribuzione universale di base»

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Ma non si ferma qui il Pontefice che, in una lettera ai movimenti popolari, pubblicata dall'Avvenire chiede «Voi, lavoratori precari, indipendenti, del settore informale o dell'economia popolare, non avete uno stipendio stabile per resistere a questo momento e la quarantena vi risulta insopportabile. Forse è giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale di base che riconosca e dia dignità ai nobili e insostituibili compiti che svolgete; un salario che sia in grado di garantire e realizzare quello slogan così umano e cristiano: nessun lavoratore senza diritti».

Papa Francesco: «Basta egoismi»

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Proprio il volto della malattia, la capacità di colpire tutti indifferentemente dovrebbe far pensare. «Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando – ha proseguito il Papa - ci accomuna tutti e non fa differenza di persone». Ed ha aggiunto «Dopo la Seconda Guerra Mondiale, questo amato continente è potuto risorgere grazie a un concreto spirito di solidarietà che gli ha consentito di superare le rivalità del passato. È quanto mai urgente, soprattutto nelle circostanze odierne che tali rivalità non riprendano vigore, ma che tutti si riconoscano parte di un'unica famiglia e si sostengano a vicenda».


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