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Data: 06/05/2020 14:30:00 - Autore: Lucia Izzo di Lucia Izzo - I rapporti tra genitori e figli di coppie ormai non più unite, che non condividono più l'ambiente domestico, sono stati messi a dura prova in questo periodo emergenziale. Le misure limitative e i divieti di spostamento adottati per contrastare la diffusione del virus COVID-19 hanno fortemente impattato sul quotidiano delle famiglie e reso difficoltosi gli incontri.
Spostamenti per raggiungere i figli minorenni[Torna su] C'è da dire che il Governo, commentando la normativa sul proprio sito istituzionale, ha chiarito che "gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l'altro genitore o comunque presso l'affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche da un Comune all'altro" e che tali spostamenti debbano "in ogni caso avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario (persone in quarantena, positive, immunodepresse etc.), nonché secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio o, in assenza di tali provvedimenti, secondo quanto concordato tra i genitori". Una conclusione avvalorata anche dai giudici italiani in diverse pronunce. Purtroppo, le distanze che allontanano genitori e figli spesso non si esauriscono in pochi chilometri poiché molti vivono in Regioni diverse e non sono consentite dall'una all'altra spostamenti in questo periodo emergenziale. In tal caso, spesso i contatti tra genitori e figli vengono mantenuti sfruttando le moderne tecnologie dell'informazione. Quando i genitori vivono in regioni diverse[Torna su] Sul punto, appare interessante la recentissima pronuncia del 17 aprile 2020 (qui sotto allegata) con cui il Tribunale di Monza, in persona del Giudice Tutelare, ha deciso di accogliere il ricorso urgente ex artt. 337 c.c e 737 c.p.c. di un padre, genitore coaffidatario residente in Campania, ma non collocatario del figlio minore, che vive invece presso la madre in Lombardia. Il ricorrente prende atto delle restrizioni in tema di circolazione delle persone messe in atto in questo periodo e chiede al giudice che il diritto si visita sia surrogabile, almeno sino alla cessazione delle varie limitazioni, con l'obbligo della madre di favorire giornalieri incontri telematici del minore con il padre. Ciò anche in considerazione degli ostacoli riscontrati per mettersi in contatto telefonicamente con il figlio durante la pandemia, nonostante il Tribunale in precedenza avesse stabilito che la madre dovesse garantire contatti telefonici continuativi tra il minore e il padre. Telefonate e videochiamate giornaliere tra padre e figlio[Torna su] Il Giudice Tutelare ritiene che la richiesta formulata inaudita altera parte sia meritevole di accoglimento urgente affinché non siano compromessi i prioritari diritti del minore a mantenere rapporti affettivamente significativi con la figura genitoriale paterna. Durante il periodo emergenziale nazionale, il giudice ritiene che ciò possa avvenire, seppur temporaneamente, via telefono e/o con videochiamate sfruttando applicazioni come Skype, Whatsapp e simili. Da qui l'ordine rivolto alla madre collocataria del minore, con provvedimento immediatamente esecutivo ex art. 741 c.p.c., che la stessa provveda a durate tale periodo a tenere attiva la propria utenza mobile in uso e favorisca contatti giornalieri tra padre e figlio tra le ore 15 e le ore 22 anche tramite la rete internet. Si ringrazia l'avv. Mario di Salvia per l'invio del provvedimento |
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