Data: 08/05/2020 10:50:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – Sono in corso le trattative nel Governo per includere nel "Decreto Maggio" braccianti, colf e badanti, escludendo chi lavora in altri settori, dall'edilizia al turismo. Sindacati e organizzazioni che si occupano di tutela dei diritti dei migranti si battono per una regolarizzazione più estesa.

Migranti, le novità del Decreto Maggio

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Tutto era partito da una necessità manifestata dagli agricoltori. Nel nostro Paese i braccianti migranti da regolarizzare secondo le parti sociali sono 150mila, altrettanti sarebbero i braccianti italiani irregolari e sfruttati; inserendo colf e badanti la norma potrebbe riguardare un numero ben più alto e arrivare a 600mila. Un provvedimento che, secondo il M5S rischia di diventare una «sanatoria di clandestini». Ancora «Si pensi prima agli italiani» affermano dall'opposizione Matteo Salvini e Giorgia Meloni, minacciando di bloccare tutto ancora una volta.

Braccianti/migranti, Bellanova minaccia dimissioni

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In settimana il decreto dovrebbe avere l'ok del consiglio dei ministri dove intanto si accende la miccia politica. Con il pressing del ministro alle Politiche agricole, Teresa Bellanova che propone una maxisanatoria per i 600.000 immigrati irregolari e che evidenzia come non sia possibile più attendere. «Per quanto mi riguarda, se non dovesse passare mi pone di fronte a una riflessione attentissima: per me è motivo di permanenza all'interno del governo perché non sono qui per fare tappezzeria». Il ministro propone permessi di soggiorno temporanei per lavoratori agricoli e badanti irregolari. E specifica «Centinaia di braccianti rinchiusi nei ghetti e in mano alla criminalità, sono un'emergenza sociale e sanitaria».

Decreto Maggio e braccianti, la bozza

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La bozza di decreto legge, come chiarisce Italia Oggi, prevede che siano arruolabili in agricoltura i lavoratori in cassintegrazione, disoccupati o percettori di reddito di cittadinanza, che potranno essere assunti dai datori di lavoro del settore agricolo con un rapporto a termine della durata massima di 30 giorni, rinnovabile una sola volta. In questo modo non perderanno diritto al sostegno percepito (cig, Naspi ecc.) che, potrebbe essere cumulato con la nuova retribuzione fino a 2 mila euro.


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