Data: 12/05/2020 23:00:00 - Autore: Lucia Izzo
di Lucia Izzo - Anche la giustizia è pronta a ripartire: la fase 2 ha ufficialmente inizio oggi 12 maggio e si protrarrà sino a fine luglio. I provvedimenti messi in campo dal Governo durante l'emergenza epidemiologica hanno infatti previsto la sospensione dei termini processuali e il rinvio delle udienze, fino all'11 maggio, salvo alcune eccezioni ritenute indifferibili e puntualmente indicate dalle stesse norme.

Giustizia, fase 2 al via

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Dal 12 maggio e fino al 31 luglio 2020, invece, i capi degli uffici giudiziari (in accordo con le autorità sanitarie locali e i Consigli dell'Ordine degli Avvocati) a dover adottare le misure organizzative necessarie per consentire il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie.
Lo prevede dettagliatamente l'art. 83 del D.L. Cura Italia, recentemente convertito dalla L. n. 27/2020 sul quale ha inciso anche il recente D.L. 28/2020. In particolare, andranno evitati assembramenti all'interno dell'ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone.
A tal fine, potrà essere deciso di contingentare l'accesso al pubblico agli uffici, potranno essere adottate linee guida vincolanti per la fissazione e la trattazione delle udienze, potrà essere regolamentato l'orario di accesso ai servizi, anche sfruttando il sistema della prenotazione, e così via.

Udienze indifferibili, cautela nella ripresa

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Inoltre, pur essendo consentito ai capi degli uffici giudiziari anche rinviare le udienze civili e penali a data successiva al 31 luglio 2020, rimane la necessità di svolgere quelle espressamente indicate al comma 3 dell'art. 83 del Cura Italia, ritenute sinora indifferibili.
Tra queste, si annoverano le cause relative alla tutela dei minori, ad alimenti, alle dichiarazioni di adottabilità nonché i procedimenti cautelari aventi ad oggetto la tutela dei diritti fondamentali della persona, i procedimenti per l'adozione di provvedimenti in materia di tutela, amministrazione di sostegno, interdizione e inabilitazioni se indifferibili, i procedimenti di convalida dell'espulsione, allontanamento e trattenimento di cittadini di paesi terzi e dell'UE.
Rinvii esclusi, tra l'altro, anche per i procedimenti di convalida dell'arresto o del fermo o dell'ordine di allontanamento immediato dalla casa familiare, nonché per i procedimenti a carico di persone detenute qualora loro o i difensori espressamente richiedono che si proceda.
Prioritariamente, dunque, dovrà essere consentita la trattazione di queste e delle altre cause "urgenti" e "indifferibili" espressamente presenti nell'elenco predisposto dal legislatore. Sarà poi consentito individuare altre cause da trattare, pur rimanendo salva la possibilità del rinvio a data successiva al 31 luglio 2020. Ancora distante, dunque, appare la ripresa dei ritmi e del carico di lavoro pre-Covid.

Celebrazione delle udienze

Nei protocolli che sono stati adottati dagli uffici giudiziari è stato riservato ampio spazio alle modalità di trattazione delle udienze nella fase 2 dell'emergenza epidemiologica. La legge, sul punto, ha ampliato notevolmente la possibilità di ricorrere al procedimento telematico e da remoto, con un pacchetto di misure ribattezzato "processo da casa" e rettificato a seguito delle polemiche avanzate dagli avvocati.
Sarà possibile, ad esempio, decidere di celebrare a porte chiuse le udienze penali pubbliche o le singole udienze, nonché le udienze civili pubbliche. Si potranno svolgere mediante collegamenti da remoto, invece, le udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti e dagli ausiliari del giudice.
Si richiedono, in tal caso, modalità idonee a salvaguardare il contraddittorio e a consentire l'effettiva partecipazione delle parti, nonché la presenza del giudice nell'ufficio giudiziario (lo ha precisato il D.L. 28/2020). Inoltre, sempre nel civile, via libera alla trattazione scritta qualora sia richiesta solo la presenza dei difensori.
Possibilità di utilizzare il collegamento da remoto anche per alcune udienze penali, ma non per tutte le udienze e con diversi "paletti": il remoto è possibile per quelle che non richiedono la partecipazione di soggetti diversi dal P.M., dalle parti private e dai difensori, dagli ausiliari del giudice, da ufficiali o agenti di P.G., da interpreti, consulenti o periti.
Tali disposizioni non si applicano, salvo le parti vi acconsentano, alle udienze di discussione finale, in pubblica udienza o in camera di consiglio e a quelle nelle quali devono essere esaminati testimoni, parti, consulenti o periti (come previsto dal D.L. 28/2020).

Ocf: "Ogni ufficio decide per sé e la giustizia riparte nel caos"

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Gli uffici giudiziari, quindi, si sono premutati di adottare apposite linee guida disciplinando la gestione dell'attività (sia quella giurisdizionale che quella degli uffici) in maniera compatibile con l'emergenza sanitaria nazionale ancora in atto.
Nonostante vi siano tratti comuni, le regole variano da una sede all'altra: si parla di oltre 200 provvedimenti emessi dai dirigenti degli uffici giudiziari di tutta Italia, in modo diverso (talvolta con diversi protocolli per le diverse sezioni) e questo è stato fortemente criticato da più fronti.
L'Organismo Congressuale denuncia (in una delibera qui sotto allegata) la regolamentazione disomogenea dell'emergenza nella Fase 2, con discipline e termini di ripresa differenziati in modo ingiustificato per i diversi settori della Giustizia Italiana e senza adeguate garanzie per la difesa delle parti e la tutela dei loro diritti.
"Di fatto e in mancanza di adeguati interventi, è ragionevole e realistico prevedere che le attività giudiziarie non riprenderanno in modo sostanziale ed effettivo in moltissime sedi, quantomeno fino all'inizio del prossimo settembre" si legge in una nota.
"In mancanza di un piano unico nazionale, da noi più volte, invano richiesto lo svolgimento delle attività giudiziarie è stato disciplinato per ogni sede in modo totalmente differente, talvolta differente perfino tra le sezioni dei singoli uffici. Non solo. Anche lo svolgimento delle udienze in modalità telematica da remoto non potrà trovare corretta attuazione, in mancanza di una disciplina uniforme" ha precisato il Coordinatore dell'OCF, Giovanni Malinconico.
Una situazione ingestibile che ha spinto l'OFC a "proclamare in via di urgenza lo stato di agitazione dell'Avvocatura Italiana", descritto da Malinconico come "un passo che in condizioni normali preluderebbe all'astensione dalle udienze, se non fosse che le udienze saranno di fatto praticamente sospese o rinviate. E a rivolgere contestualmente un appello al Capo dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella, per un suo autorevole intervento quale garante della Costituzione".

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