Data: 24/05/2020 10:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax � Fa capolino sugli scontrini la tassa Covid, ovvero un surplus, da due a quattro euro solitamente, per far fronte alle spese aggiuntive dovute alla pandemia, come nel caso delle sanificazioni e messa in sicurezza.

Covid-tax: la denuncia di Codacons

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La denuncia arriva da Codacons che sta ricevendo da giorni le segnalazioni dei consumatori su rincari delle voci di spesa originali. Come evidenzia il presidente Carlo Rienzi: �Numerosi consumatori hanno denunciato al Codacons un sovraprezzo, mediamente dai 2 ai 4 euro, applicato in particolare da parrucchieri e centri estetici ai propri clienti Un balzello inserito in scontrino con la voce "Covid" e che sarebbe imposto come contributo obbligatorio per sostenere le spese degli esercenti per sanificazione e messa in sicurezza dei locali. Abbiamo anche registrato - aggiunge Rienzi - casi di centri estetici che obbligano i clienti ad acquistare in loco un kit monouso costituito da kimono e ciabattine, alla modica cifra di 10 euro - aggiunge Rienzi - Chi non versa tale 'tassa' e non acquista il kit, non pu� sottoporsi ai trattamenti, sempre per le esigenze legate al Covid�. Dall'associazione di consumatori � gi� partita una denuncia alla Guardia di Finanza e all'Antitrust, con tutte le segnalazioni del caso, affinch� possano partire le indagini sul territorio.

"Tassa di solidariet�": la segnalazione di Uniconsum

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Sullo stesso tema stata denunciata anche dall'Unione nazionale consumatori che, in una nota del presidente Massimo Dona evidenzia: �Alcuni consumatori ci hanno segnalato una novit�. Alcuni centri estetici e parrucchieri avrebbero introdotto un contributo extra, una sorta di tassa di solidariet� per le varie spese aggiuntive, come quelle di sanificazione. Per ora si tratta di singoli casi isolati. Li invitiamo, comunque, a ripensarci spontaneamente. Ci sono, infatti, forti dubbi sulla legittimit� di una tale pratica, anche nel caso la 'sovrattassa' fosse segnalata in modo chiaro e trasparente, considerato che il consumatore deve pagare per il servizio reso, non dare contributi per le spese sostenute, salvo siano su base volontaria�.

Credito d'imposta per la sanificazione

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Se � vero che l'aumento dei costi c'� stato per gli esercizi commerciali, � anche vero che lo Stato ha previsto, col decreto Rilancio ai soggetti �esercenti attivit� d'impresa, arte o professione� un credito d'imposta in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020 (fino a un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario) per le attivit� di sanificazione degli ambienti nei quali � esercitata l'attivit� lavorativa e degli strumenti utilizzati. Tra queste: l'acquisto di dispositivi di protezione individuale, come mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione; di prodotti detergenti e disinfettanti; di termometri e termoscanner, di dispostivi per garantire la distanza di sicurezza interpersonale, come barriere e pannelli protettivi, comprese le eventuali spese di installazione.


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