Data: 25/05/2020 19:00:00 - Autore: Lucia Izzo
di Lucia Izzo - Durante la Fase 1 dell'emergenza sanitaria si è assistito a una paralisi dell'attività giudiziaria pressoché generalizzata, salvo tutta una serie di eccezioni urgenti e indifferibili.

Lo stop alla giustizia e la fase 2

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Un lungo stop durato fino allo scorso 11 maggio che ha messo in difficoltà gli operatori del settore e che sembrava aspirare a un ritorno alla normalità, seppur graduale, con l'avvento della Fase 2 (v. La giustizia riparte: al via la fase 2).
Fino al 31 luglio 2020 è stato affidato ai capi degli uffici giudiziari (in accordo con le autorità sanitarie locali e i Consigli dell'Ordine degli Avvocati) il compito di predisporre delle linee guida per la gestione dell'attività nel rispetto delle indicazioni igienico sanitarie (ad es. al fine di evitare assembramenti negli uffici). Nel D.L. Cura Italia (n. 28/2020) sono indicate espressamente tutte le potenziali misure che potranno essere adottate, compreso il contingentamento degli accessi, il rinvio delle udienze e così via.

Fase 2, AIGA: "Svolte solo il 10% delle udienze rispetto a quelle fissate"

Sono passati diversi giorni dall'inizio della Fase 2, ma in un comunicato AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati) rappresenta che siamo di fronte a una "completa paralisi dell'attività giudiziaria nella fase 2" in quanto "le udienze svolte nella prima parte della Fase 2 sono circa il 10% rispetto a quelle fissate)". E ciò, si legge nella nota, "impone di rintracciare soluzioni alternative e per alcuni versi impopolari: la Giustizia è bloccata e con essa la tutela dei diritti dei cittadini".
"La penuria di risorse investite per il funzionamento della macchina giudiziaria nella fase emergenziale e la polverizzazione delle norme di rito attraverso lo strumento dei protocolli e delle linee guida dettate dai capi degli uffici giudiziari dimostrano la scarsa attenzione della politica al sistema giustizia" evidenzia l'Avvocato Antonio De Angelis, Presidente Nazionale dell'AIGA, "Tutti gli attori del sistema sono, perciò, chiamati a rintracciare soluzioni alternative e ad adottare misure straordinarie per garantire il pieno esercizio della funzione giudiziaria".

La proposta: udienze pomeridiane o di sabato

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"Fissare sessioni pomeridiane delle udienze o ancora di tenerle nella giornata del sabato è un sacrificio sostenibile e che tutti gli operatori giudiziari sono chiamati a compiere per il rispetto che è dovuto l'altissima funzione esercitata" propone l'Avvocato Pierfernando Panetta, componente della Giunta Nazionale AIGA "I Giovani Avvocati sono disponibili a fare la propria parte e a sottrarre ore di lavoro ai propri studi pur di far ripartire la macchina della Giustizia".
In realtà, in alcuni uffici questa pratica è già in atto. Tra questi il Tribunale di Torino in cui il Presidente , Massimo Terzi, ha messo nero su bianco una serie di regole per gestire la Fase 2 che coinvolgono il lavoro negli uffici, la celebrazione delle udienze, la turnazione di magistrati e personale, nonché l'accesso degli avvocati.
Tra queste figura anche una ricalendarizzazione delle udienze che vengono distribuite su tutti i giorni settimanali, compreso il sabato mattina, e con orari che vanno fino a sera, precisamente dalle 09:00 alle 18:30.
Intanto, anche a Bari gli avvocati penalisti, in un documento trasmesso ai capi degli uffici giudiziari, hanno chiesto di poter celebrare più processi fissando udienze di pomeriggio e il sabato e usando anche spazi che consentirebbero il rispetto del distanziamento interpersonale, ad esempio le palestre scolastiche, le sale cinematografiche e i padiglioni della Fiera del Levante.
In questo "alluvione" di protocolli emessi dai vari Presidenti di Tribunale, purtroppo, non emergono sempre regole uniformi e, per questo, continuano le critiche nei confronti di un sistema che ha creato, di fatto, una disparità tra un circondario e l'altro.

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