Data: 12/07/2020 15:00:00 - Autore: Margherita Marzario

Si parla continuamente di matrimoni in crisi, di famiglie in difficolt�, degli effetti negativi delle relazioni familiari disfunzionali sui figli, ma il giornalista Luciano Moia si chiede: "Potr� sopravvivere la nostra civilt� occidentale senza l'istituto matrimoniale cos� come l'abbiamo conosciuto negli ultimi millenni? Forse s�, ma sar� sicuramente una societ� pi� povera, pi� liquida, pi� instabile. Il matrimonio � promessa di amore che estende i suoi effetti benefici dalla coppia alla comunit�. � percorso che parla di scelte definitive, che irradia certezze, che trasmette dentro e fuori casa sicurezza, responsabilit�, volont� di durata nel tempo. Certo, poi non sempre succede cos�. Ma i comportamenti delle persone sono variabili che non si possono determinare a priori e non incidono sulla qualit� di una scelta che, al di l� del dato culturale, rimane via preferenziale non solo per i rapporti della coppia, ma anche per le garanzie che offre ai figli, sul piano pratico e su quello psicologico. Gi�, sarebbe facile obiettare, ma i figli nascono lo stesso. Oggi in Italia un terzo dei bambini � dati Istat 2017 � nasce fuori dal matrimonio. In alcune aree del Paese che anticipano le tendenze europee, ci sono percentuali ancora pi� rilevanti"[1].

Il matrimonio � espressione di civilt� (basti pensare alle tradizioni e alle normative dei vari Paesi), di mediazione tra l'individuo e la societ� e la sua crisi � l'espressione dell'individualismo esasperato e dell'arbitrio smisurato che hanno determinato la crisi generale. Si sono dimenticate la storia che ha accompagnato e caratterizzato il matrimonio in ogni cultura (come il classico esempio della coppia etrusca raffigurata insieme anche nel sarcofago) e le battaglie giuridiche per avere una disciplina dettagliata ed equa, tra cui la grande riforma del diritto di famiglia del 1975 o il riconoscimento delle cosiddette "unioni civili". Alcuni matrimoni non "funzionano" non per la societ� o la modernit� "liquida" ma per le persone "liquide". "Ci sono persone adulte che non sono mai del tutto maturate. Che restano, sotto molti aspetti, dei narcisi innamorati solo di se stessi. Non � facile essere la moglie o il marito di soggetti di questo tipo, ma talvolta, anche con l'aiuto di professionisti esperti, le cose possono migliorare" (Edoardo e Chiara Vian, esperti di coppie in difficolt�). Non ci si deve sposare se innamorati dell'idea di amore o infatuati dell'immagine che si ha dell'altro o che l'altro d� o presupponendo di cambiare l'altro o sulla base di altre false premesse. Alcuni di questi casi possono essere motivo di nullit� del matrimonio civile (art. 122 cod. civ.) o di quello concordatario. A titolo In modo preventivo e costruttivo si deve comprendere e praticare il significato del dovere reciproco di assistersi moralmente e materialmente (art. 143 comma 2 cod. civ.), che � collante degli altri doveri coniugali: non si deve pretendere di cambiare l'altro o dover cambiare per l'altro, ma ci si aiuta a crescere nella dimensione di coppia che � altra sfera da quella individuale. Da quest'obbligo coniugale (come pure dagli altri) si ricava che i due coniugi (o i due conviventi more uxorio) sono e restano due soggetti distinti che si impegnano e fanno di tutto per avvicinarsi, per contemperarsi, per "coniugarsi". Diversamente sarebbe meglio non sposarsi o, se � il caso, separarsi ricordando che un matrimonio o una separazione non sono giammai solo fatti privati.

"Sono stato perduto da alcune donne... Sono stato perduto come capita agli oggetti. Quando l'appartenersi di una donna e di un uomo diventa possesso, allora si pu� essere perduti, perch� si perde solo ci� che si possiede" (lo scrittore Erri De Luca)[2]. Nella coppia vi sono "giochi di potere e di leadership" che ne determinano l'equilibrio o meno: tra il possedersi e l'appartenersi, tra il prendersi e il perdersi. Tuttavia la coppia, in qualsiasi fase (coniugale o genitoriale o in altro momento della "parabola" della vita di famiglia), deve essere tale (due che fanno unit� ma che continuano a essere due) e non divenire simbiotica o cadere in altra relazione patologica altrimenti si rischia di rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o di recare grave pregiudizio alla educazione della prole (art. 151 comma 1 cod. civ.).

La scrittrice Francesca Melandri descrive: "[�] nulla e nessuno ci pu� risarcire di ci� che abbiamo perduto, neppure coloro che sono colpevoli di quelle perdite, n� quelli che direttamente o meno ne sono stati l'origine o la causa, e alla fine, quando tutti i calcoli sono stati fatti e abbiamo chiaro chi ha tolto cosa e a chi e perch�, [�] l'unica cosa che conta � questo: che ci possiamo ancora abbracciare, senza sprecare pi� nemmeno per un istante la straordinaria fortuna di essere ancora vivi"[3]. La coppia in crisi abbia il coraggio di spezzare la catena della conflittualit� e si impegni a continuare a donare la vita ai figli con l'amore e con l'esempio. Anche nelle contrariet� occorre l'autenticit� come lo sono gli abbracci, come lo � il dolore, come lo � la linfa della vita. Esistono, per�, non poche situazioni patologiche e patogene e in tal caso bisognerebbe rivolgersi a figure professionali (veramente tali) oppure qualcuno dovrebbe avere il coraggio di denunciare.

Ogni forma di violenza � terribile, ma quella morale e/o psicologica � peggiore perch�, non causando alcun segno esteriore, non suscita nemmeno la considerazione altrui e meno che mai la vera compassione. Attenzione a ogni gesto violento o patologico, anche silente, giustificato come forma d'amore nei rapporti di coppia o nei rapporti con i figli, perch� come scrive il teologo Ermes Ronchi "[...] l'amore � cos� poco, cos� a rischio, cos� raro. Quante volte ci � venuto a mancare quel "nonsoch�" che d� qualit� alla vita, un non-so-che di gioia, di passione, di amicizia, di entusiasmo, di salute, di energia che dia profumo e sapore alle cose e ai giorni, faccia navigare la fragile barca del cuore!". L'amore va vissuto e vivificato, come ogni amore nei confronti del proprio amato (dal figlio al partner) va vissuto e vivificato senza ritenerlo scontato: l'amore non sia solo una parola scritta nelle fonti internazionali sui diritti dei bambini (Dichiarazione dei diritti del fanciullo, Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, Carta africana sui diritti e il benessere del minore), ma riempia la vita di tutti i bambini e di coloro che stanno con i bambini.

"Tornare come bambini � dice Raffaello Rossi, consulente coniugale e familiare �. Non come �bambini dipendenti da tutto e da tutti�, bens� �adulti-bambini che sanno meravigliarsi, vedere oltre e godere la vita� riappropriandosi di quella capacit� profondamente umana di dire �noi�. Perch� solo riscoprendo la vocazione alla relazione possiamo portare a pieno e reale compimento la nostra umanit�". Cos� i genitori devono tornare come bambini nel trasmettere la vita e la biofilia, amore per la vita e tutto ci� che � vita, e, quindi, non causare patologie o meccanismi perversi, come la tanto discussa PAS (sindrome di alienazione genitoriale) che causa la "morte" di un genitore agli occhi del bambino o peggio ancora.

I bambini hanno una memoria pi� lunga della loro et�, perch� non la conservano in testa ma la custodiscono nel cuore, dove tutto si sedimenta e si rigenera. Di questo tengano conto i genitori e le altre figure adulte di riferimento. L'amore ricevuto, prima o poi, si restituisce in un circolo virtuoso di dare e ridare, di porgere e prendere: almeno questa � la speranza e la spinta della vita! Non � una prescrizione normativa, ma esistenziale. Anche nell'amore ci vogliono attenzione e intenzione, altrimenti diventa altro e produce altro, come nella patologia delle cure.

Lo psicologo canadese Eric Berne afferma: "Ciascun essere umano nasce principe o principessa ed esperienze negative precoci convincono alcune persone ad essere ranocchi, da ci� deriva lo sviluppo della patologia". Sempre pi� frequenti i casi di genitorialit� "patologica o patogena". Anzich� cercare di diventare genitori a tutti i costi, si pu� essere genitori anche nel dare nuove prospettive e nuovi percorsi di vita a quei bambini e adolescenti cui � stato negato pi� di qualcosa. "Quando i diritti del bambino o dell'adolescente sono negati da condizioni d'esistenza inique, quando i suoi punti di riferimento sono negati, � possibile aiutarlo a ritrovare la fiducia nella vita e la stima di s�" (dalla Charte du Bureau International Catholique de l'Enfance, Paris 2007).

Ezio Aceti, psicologo dell'et� evolutiva, spiega: "La fiducia si struttura nel primo anno di vita, quando il bambino interiorizza la madre e il suo amore smisurato. Che cos'� questa fiducia? Un'operazione che la mamma offre al piccolo prendendo su di s� la sua ansia e il suo disagio, e restituendogli un'immagine di s� positiva. Si fida di lui, lo sostiene, nonostante il pianto. La fiducia � dare amore senza misura, sapendo che quel figlio � predisposto all'amore. Da qui si costruisce tutto. Ecco perch� la prima fase infantile � tanto importante. Ci� per� non significa che se un bambino � abbandonato non pu� farcela: riuscir�, ma con pi� fatica". I bambini hanno bisogno di meno mamme ansiose e ansiogene e di meno famiglie patologiche e patogene. Essere "genitori consapevoli" presupporrebbe anche questa consapevolezza come si pu� ricavare da un'interpretazione dell'art. 24 lettera f della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia: "sviluppare la medicina preventiva, l'educazione dei genitori e l'informazione ed i servizi in materia di pianificazione familiare".

"Porta amore a qualcuno porgi il te stesso ma fino alla soglia. Fa' che si chini per alzarlo a s�, mai che debba staccarselo di dosso. Fa' che non sia proiettile contro sagoma attinta, ma la deposta offerta" (Erri De Luca). L'amore � e deve essere fonte di vita e non forma di dipendenza o patologia, in caso contrario non � pi� amore, n� per s� n� per gli altri. L'amore, se si qualifica come ossessivo, possessivo, patologico, violento o altro, non � pi� amore: cos� nella coppia, cos� tra genitori e figli.

[1] L. Moia su Avvenire del 4 dicembre 2018 nel reportage "Matrimonio, ipotesi di rinascita", p. 18

[2] E. De Luca in "Aceto, arcobaleno", ed. Feltrinelli 1992, pag. 106

[3] F. Melandri in "Eva dorme", ed. Mondadori 2010


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