Data: 17/08/2021 06:00:00 - Autore: Redazione

Happy ending e prostituzione

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I massaggi "happy ending", quando fatti a pagamento all'interno di un apposito centro, possono essere equiparati in tutto e per tutto alla prostituzione.

Si tratta, infatti, di una prestazione sessuale fatta dietro corrispettivo in denaro.

Massaggi happy ending: cosa si rischia

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Chi si reca presso un centro di massaggi "happy ending", nel nostro ordinamento, non commette alcun tipo di reato, così come non lo commette la massaggiatrice che si prostituisce.

Se tali soggetti mantengono quindi la propria fedina penale pulita, sono coloro che gestiscono il centro che, semmai, pongono in essere una condotta penalmente rilevante.

Reclusione per il titolare del centro massaggi

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Il reato che può essere integrato, in particolare, è quello punito dall'articolo 3 della legge Merlin (legge n. 75/1958).

Secondo tale norma, infatti, commette reato, tra gli altri, chi:

  • essendo proprietario, gerente o preposto a qualunque locale aperto al pubblico o utilizzato dal pubblico, vi tollera abitualmente la presenza di una o più persone che, all'interno dello stesso, si danno alla prostituzione;
  • recluta una persona al fine di farle esercitare la prostituzione o ne agevola a tal fine la prostituzione;
  • induce alla prostituzione una donna;
  • favorisce o sfrutta in qualsiasi modo la prostituzione altrui.

A prescindere dal fatto che guadagni o meno dalle prestazioni sessuali rese dalle proprie massaggiatrici, quindi, il titolare di un centro massaggi "happy ending" rischia il carcere, in particolare la reclusione da due a sei anni, oltre che la multa da 258 a 10.329 euro.


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