Data: 23/09/2020 16:00:00 - Autore: Gabriella Lax

Pensioni: doppia flessibilità in uscita

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Entra nel vivo il tema delle pensioni: Governo e parti sociali proseguono nel confronto per arrivare ad una riforma organica del sistema previdenziale dopo Quota 100 che uscirà di scena a fine 2021. Il 25 settembre è previsto un tavolo tra governo e sindacati per discutere del piano che dovrebbe entrare in vigore nel 2022, ovvero quando andrà a scadenza la sperimentazione di Quota 100. Tra le scelte anche quella della doppia flessibilità in uscita per dare la possibilità ai lavoratori che svolgono attività usuranti di andare in pensione a 62 o 63 anni con un'anzianità contributiva di 36 o 37 anni senza penalizzazioni.

Pensioni per i lavori gravosi

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La riforma delle pensioni dovrà nell'immediato abbracciare i lavori gravosi e usuranti. L'Esecutivo si affaccia all'incontro coi sindacati con l'idea di consentire dal 2022 a una prima fetta di categorie di lavoratori, a partire da quelli che svolgono attività gravose o comunque usuranti, di andare in pensione già a 62 (o 63) anni con 36 di contributi senza eccessive penalizzazioni. Pe ri lavori gravosi s'intendono: insegnanti di asilo nido e scuola materna; infermieri e ostetriche con lavoro organizzato in turni,

macchinisti; conduttori di gru, camion e mezzi pesanti; operai dell'industria estrattiva; operai dell'edilizia e della manutenzione degli edifici; facchini; badanti che assistono; persone non autosufficienti; addetti alle pulizie; operatori ecologici; conciatori di pelli.

Pensioni negli altri casi

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Nel caso invece di lavoratori che non rientrino tra i gravosi o usuranti, si pensa ad un innalzamento dell'età di uscita rispetto alla Quota 100 e di abbassamento dei contributi minimi richiesti. L'ipotesi è quella di un'età, a partire dal 2022, di uscita anticipata pari a 64 anni (ma nella trattativa non si scenderà a meno di 63) con un numero di anni di contributi richiesti pari a 37 (o al massimo 38, gli stessi di Quota 100).

Pensioni anticipate, i fondi

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Il piano di discussione lavorerà su tre ambiti tre interventi: proroga e rafforzamento di Ape sociale, prolungamento di Opzione donna e quota 41 per i lavoratori precoci. Per una cifra di circa 500 milioni sulla quale il ministero dell'Economia si sta mostrando per il momento piuttosto cauto. C'è da sottolineare che all'Europa il pensionamento anticipato piace: inoltre, aleggia anche il Recovery Fund, che inevitabilmente porterà con sé maggior controllo da parte dell'Ue sulle riforme italiane metterà già a partire da questo mese.


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