Data: 03/10/2020 06:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate

Canone tv in contanti

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L'Avv. Generale della Corte di Giustizia Europea Giovanni Pitruzzella dice la sua sui contanti e sulla possibilità di rifiutarli in pagamento. Secondo il legale i contanti hanno un importante ruolo di inclusione sociale, vietarne l'utilizzo risulta lesivo per le fasce più deboli. Ok ai limiti per contrastare l'evasione, ma non ci si può spingere fino alla completa eliminazione delle banconote e delle monete. Tali conclusioni (sotto allegate), che non vincolano la Corte di Giustizia, sono state espresse da Pitruzzella nelle cause riunite C- 422/19 e C-423/19.

Ecco le ragioni che hanno spinto l'avvocato a esprimersi nei termini sopraindicati.

Due cittadini tedeschi offrono all'organismo competente per la Radiodiffusione di pagare il canone televisivo in contanti, ma questo rifiuta perché il regolamento interno esclude questa possibilità. Procede quindi nei confronti degli utenti, ai quali ingiunge di provveder al pagamento con altri mezzi. Davanti alla Corte amministrativa federale i due cittadini sostengono che, in base all'art.

14 della legge sulla banca centrale tedesca e al diritto dell'Unione esiste l'obbligo incondizionato e illimitato di accettare le banconote come mezzo per estinguere le obbligazioni pecuniarie. Detto obbligo può venire meno solo se le parti si accordano diversamente o se a stabilirlo è la legge federale o il diritto dell'Unione. Stante il numero elevato dei contribuenti, anche per ragioni di carattere eminentemente pratico, non è quindi possibile escludere la possibilità di pagare le tasse in contanti.

Gli Stati membri dell'Unione possono limitare l'uso dei contanti?

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La Corte amministrativa adita accoglie i rilievi dei due utenti, dichiarando l'articolo del Regolamento invocato dall'organismo per la Radiodiffusione contrario all'art. 14 della BBankG (diritto federale di rango superiore), il quale sancisce che le banconote in euro hanno corso legale illimitato.

La Corte però si interroga sulla possibilità di vietare agli enti pubblici degli Stati membri di rifiutare il pagamento di un'obbligazione pecuniaria con banconote in euro. La causa solleva infatti inevitabili dubbi e interrogativi sulla competenza dell'Unione in materia di politica monetaria e degli effetti del corso legale delle banconote. Gli Stati membri inoltre possono adottare norme nazionali interne finalizzate a limitare l'uso del contante?

Non si può impedire ai soggetti vulnerabili di pagare in contanti

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L'Avv. Generale della Corte di Giustizia UE nelle sue conclusioni precisa che:

  • la competenza esclusiva dell'Unione in materia di politica monetaria comprende anche la "definizione e la disciplina dello statuto e del corso legale di questa, ed in particolare, delle banconote e delle monete in euro." Per cui se uno Stato adotta una norma interna che va a disciplinare e limitare il corso legale della moneta europea, non essendo conforme al diritto dell'Unione, essa dovrà essere disapplicata. Questo non significa tuttavia che uno Stato membro non possa adottare disposizioni di diritto nazionale contenenti "una disciplina dell'organizzazione e del funzionamento dell'amministrazione pubblica che preveda un obbligo per detta amministrazione di accettare pagamenti in contante da parte dei suoi amministrati."
  • La nozione di corso legale delle banconote in euro prevista dal diritto europeo "deve essere intesa nel senso che essa comporta un obbligo di principio di accettazione delle banconote in euro a carico del creditore di un'obbligazione di pagamento, a meno che le parti contrattuali nell'esercizio della loro autonomia privata non abbiano convenuto altri mezzi di pagamento o a meno che una normativa adottata dall'Unione o da uno Stato membro nell'esercizio delle loro rispettive competenze, la quale in ragione del suo obiettivo e contenuto non costituisce una disciplina del corso legale, preveda limitazioni di pagamento in banconote in euro. Tali limitazioni sono compatibili con la nozione di corso legale delle banconote in euro solo a condizione che esse non portino de iure o de facto ad un' abolizione completa delle banconote in euro, che esse siano decise per motivi di interesse pubblico e che esistano altri mezzi legali di estinzione dei debiti pecuniari. Esse devono inoltre essere idonee a raggiungere l'obiettivo di interesse pubblico perseguito e non devono andare al di là di quanto è necessario per raggiungere tale obiettivo."

Nella motivazione l'avvocato mette in evidenza come il contante assolva ad un'importante funzione di inclusione sociale, affinché i soggetti vulnerabili possano esercitare i loro diritti fondamentali. Per molti infatti il contente è il solo mezzo di pagamento a disposizione. Deve essere consentito pertanto a questi soggetti, che non hanno la possibilità di accedere ai servizi finanziari di base, non solo di poter adempiere ai propri obblighi contributivi in contanti, ma anche di non dover sostenere costi aggiuntivi.

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