Data: 02/10/2020 06:00:00 - Autore: Lucia Izzo

Riforma del Codice della Strada al vaglio della Camera

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Alla Camera torna in discussione la Riforma del Codice della Strada. Dopo le innovazioni recate dal D.L. Semplificazioni, e criticate anche dal Capo dello Stato Sergio Mattarella (trattandosi di norme sostanzialmente eterogenee rispetto allo spirito del provvedimento d'urgenza), il testo di legge unificato che era pronto per la discussione in Aula è dovuto tornare in Commissione Trasporti.

Dopo il blitz in Aula, il rientro in Commissione si è reso necessario "anche per tenere conto delle modifiche normative che sono intercorse tra quando il provvedimento è approdato in Aula e oggi", come evidenziato dal relatore Diego De Lorenzis (M5S).

In realtà, questa proposta di legge (10 articoli che contengono circa 80 interventi di modifica incidenti su 60 articoli del Codice della Strada) non è l'unica presente in Parlamento, nonostante sia quella che ad oggi vanta indubbiamente l'iter più avanzato.

Lo scorso anno, precisamente il 4 ottobre 2019, un'altra proposta volta a modificare il Codice della Strada è stata avanzata anche dal CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro). Nel dettaglio, il testo reca "Interventi di modifica al codice della strada per il rafforzamento dell'effettività delle prescrizioni. Protezione degli utenti vulnerabili. Controllo diffuso. Semplificazione e contenimento della spesa.

All'interno della proposta (qui sotto allegata), è presente un punto particolarmente interessante, un vero e proprio cavallo di battaglia del CNLE, ovvero quello che punta a far diventare obbligatoria la notifica delle contravvenzioni via PEC, all'indirizzo che dovrà essere comunicato all'autorità dal titolare del mezzo al momento dell'immatricolazione o della revisione.

Notifiche obbligatorie via PEC: la proposta CNEL

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Il CNEL propone di modificare l'articolo 80, comma 17, del Codice della Strada con la previsione che all'atto dell'immatricolazione dei veicoli ovvero della revisione periodica degli stessi, il proprietario debba comunicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata ai fini delle notificazioni di cui all'articolo 201 del medesimo codice e alle disposizioni del decreto del Ministro dell'interno 18 dicembre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 12 del 16 gennaio 2018, recante disciplina delle procedure per la notificazione dei verbali di accertamento delle violazioni del codice della strada, tramite posta elettronica certificata.
Si tratta di misure che, secondo il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, consentirebbero di risparmiare risorse umane e strumentali per le attività di notifica dei verbali e di ogni altro atto connesso mediante PEC.
Gli approfondimenti effettuati, si legge nella relazione introduttiva, mostrerebbero come tale attività, nonostante le esternalizzazioni, occupi ancora gran parte delle risorse degli uffici di polizia e risulti particolarmente onerosa a causa delle difficoltà derivanti dalla verifica dell'attualità degli indirizzi dei soggetti a cui far pervenire gli atti e della macchinosità delle procedure.
Da qui la decisione, in un'ottica di semplificazione e digitalizzazione dell'azione amministrativa, di approfittare degli "innumerevoli vantaggi derivanti dall'informatizzazione", in un contesto che renderebbe "attuale la necessità di estendere lo strumento della posta elettronica certificata per effettuare la notificazione dei verbali relativi alle violazioni del codice della strada e dei provvedimenti accessori e tutte le comunicazioni connesse o per violazioni di norme estranee al codice".

Notifica via PEC facoltativa: il testo unificato di riforma del C.d.S.

In realtà, anche nella proposta attualmente al vaglio della Commissione Trasporti e che tornerà presumibilmente in Aula in breve tempo, sono presenti proposte di modifica inerenti l'art. 201 del Codice della Strada e che coinvolgono direttamente l'ambito delle notificazioni delle violazioni tramite PEC.

Lungi dal far diventare "obbligatoria" la comunicazione della PEC, come invece prevede la proposta del CNEL, il testo unificato prevede che, per i veicoli per i quali risulti disponibile l'indirizzo di posta elettronica certificata o altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato del proprietario o di altro soggetto obbligato in solido, si provveda alla notificazione esclusivamente per via telematica secondo le procedure stabilite con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con altri ministeri.

Invece, qualora le procedure di notificazione con tale strumento non fossero possibili, si provvederebbe ai sensi del comma 3, ovvero con le modalità di notifica "tradizionali" (a mezzo degli organi di cui all'art. 12 C.d.S., dei messi comunali, di un funzionario dell'amministrazione, a mezzo posta ecc.). Non resta dunque che attendere il prosieguo della discussione in Commissione per verificare se tale scelta verrà confermata oppure se la proposta del CNEL possa trovare ingresso all'interno della Riforma del Codice della Strada.


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