Data: 28/12/2020 23:00:00 - Autore: Lucia Izzo

Il nuovo decreto sicurezza

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La vicenda di Willy Monteiro Duarte, il giovane barbaramente ucciso a Colleferro dopo essere intervenuto per difendere un amico, nel tentativo di sedare una lite, ha fortemente scosso l'opinione pubblica. Non sorprende, dunque, che il legislatore abbia deciso di reagire in così poco tempo, prevedendo tra l'altro un inasprimento delle norme in materia di rissa e di Daspo urbano.
Le novità sono contenute all'interno del nuovo decreto sicurezza (d.l. n. 120/2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 173/2020), recante "Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifica agli articoli 131-bis e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento e di contrasto all'utilizzo distorto del web".
Il provvedimento apporta modifiche alla disciplina vigente anche per quanto riguarda i requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno per esigenze di protezione del cittadino straniero, i limiti all'ingresso e transito di unità navali in acque territoriali italiane e l'inapplicabilità della causa di non punibilità per "particolare tenuità del fatto" ad alcune fattispecie di reato.
Si tratta di innovazioni che hanno l'effetto di superare le prescrizioni introdotte dai Decreti Sicurezza fortemente voluti dalla Lega e dall'allora Ministro dell'Interno Matteo Salvini, che negli ultimi mesi sono stati fortemente criticati da parte di alcune forze politiche. Si tratta delle norme che prevedevano multe milionarie nei confronti delle ONG e che avevano modificato la disciplina del rilascio del permesso di soggiorno e dell'accoglienza dei migranti.

Dal Daspo urbano alla "Norma Willy"

Il decreto ha introdotto diverse norme volte a rafforzare i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica: sono state implementate le misure del divieto di ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico trattenimento o nelle loro adiacenze, ma anche le misure di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web. Inoltre, emerge un pacchetto di disposizioni, già ribattezzato "norma Willy" che interviene sul reato di rissa inasprendone il trattamento sanzionatorio in alcuni casi.

Daspo Urbano

Quanto al primo dei due casi, si è provveduto a rafforzare il cosiddetto "Daspo urbano", consentendo al Questore di applicare il divieto di accesso nei locali pubblici anche nei confronti dei soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, relativamente alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Ancora, il legislatore è intervenuto sul trattamento sanzionatorio conseguente alla violazione del divieto, prevedendo, in particolare, la pena della reclusione da sei mesi a due anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro.

Spaccio stupefacenti via web

Con il secondo intervento, si è esteso il meccanismo dell'oscuramento, già utilizzato per il contrasto alla pedopornografia online, a quei siti che, sulla base di elementi oggettivi, devono ritenersi utilizzati per la commissione di reati in materia di stupefacenti.

Reato di rissa: inasprimento sanzioni

Con una novità che sembra ispirata alla vicenda di Willy Monteiro Durante, il decreto legge provvede a inasprire le pene per i soggetti coinvolti in risse: nel dettaglio, si prevede che, se nella rissa taluno rimane ucciso, o riporta lesione personale, il solo fatto della partecipazione alla stessa sarà punibile con la reclusione da 6 mesi a 6 anni.
Il decreto legge ritocca l'art. 588 c.p. anche per quanto riguarda la pena pecuniaria che passa, nel massimo, da 309 euro a 2.000 euro.

Carcere: nuovo reato per chi introduce cellulari

Nel decreto sono previste, altresì, disposizioni per rendere più efficace l'esercizio delle attività del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

Per quanto riguarda i detenuti, da un lato viene stabilito un rafforzamento delle sanzioni applicate in caso di comunicazioni dei detenuti sottoposti alle restrizioni di cui all'articolo 41-bis della legge n. 354 del 1975 e, dall'altro, si prevede una nuova fattispecie di reato, inserita su proposta del Guardasigilli Alfonso Bonafede che sanziona chi introduce o detiene all'interno di istituti penitenziari telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione.

Lungi dal configurare un mero illecito disciplinare sanzionato all'interno del carcere (come avvenuto sinora) chi incorre in tale reato rischierà una pena che va da 1 a 4 anni, che coinvolge sia chi lo introduce, sia chi lo riceve.

Protezione internazionale stranieri e convertibilità permessi di soggiorno

Per quanto riguarda la protezione internazionale degli stranieri, la normativa attualmente in vigore prevede il divieto di espulsione e respingimento nel caso in cui il rimpatrio determini, per l'interessato, il rischio di tortura.
Il provvedimento in esame aggiunge a questa ipotesi anche quella del rischio che lo straniero sia sottoposto a trattamenti inumani o degradanti e ne vieta l'espulsione anche nei casi di rischio di violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare. In tali casi, viene previsto il rilascio del permesso di soggiorno per protezione speciale.
Sempre in tema di condizione giuridica dello straniero, il Decreto Legge approvato dal Governo Conte-bis si sofferma anche sulla convertibilità dei permessi di soggiorno rilasciati per altre ragioni in permessi di lavoro.
Alle categorie di permessi convertibili già previste, si aggiungono quelle di protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro di tipo artistico, motivi religiosi e assistenza ai minori.

Il nuovo sistema di accoglienza e integrazione

Riformato anche il sistema di accoglienza destinato ai richiedenti protezione internazionale e ai titolari di protezione: a seguito del provvedimento, infatti, viene creato un nuovo "Sistema di accoglienza e integrazione".
Le attività di prima assistenza continueranno ad essere svolte nei centri governativi ordinari e straordinari. Successivamente, il Sistema si articolerà in due livelli di prestazioni: il primo dedicato ai richiedenti protezione internazionale, il secondo a coloro che ne sono già titolari, con servizi aggiuntivi finalizzati all'integrazione.

Soccorso in mare: ridotte multe Ong

Il testo interviene poi sulle assai discusse sanzioni relative al divieto di transito delle navi nel mare territoriale. In particolare, si prevede che, qualora ricorrano motivi di ordine e sicurezza pubblica o di violazione delle norme sul traffico di migranti via mare, il provvedimento di divieto venga adottato, su proposta del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro delle infrastrutture, previa informazione al Presidente del Consiglio.
Tuttavia, per le operazioni di soccorso, la disciplina di divieto non si applicherà nell'ipotesi in cui vi sia stata la comunicazione al centro di coordinamento e allo Stato di bandiera e siano rispettate le indicazioni della competente autorità per la ricerca ed il soccorso in mare.
Richiamando la disciplina vigente del Codice della navigazione, in caso di violazione del divieto viene prevista la reclusione fino a due anni e una multa da 10.000 a 50.000 euro. Vengono dunque eliminate le pesantissime sanzioni amministrative introdotte in precedenza dai Decreti Sicurezza di Matteo Salvini.

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