Data: 07/12/2020 06:00:00 - Autore: Lucia Izzo

Avvocati: Cassa Forense pronta a riformare il sistema previdenziale

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Il sistema previdenziale forense potrebbero ben presto essere rimesso in discussione. Allo studio ci sarebbero possibili soluzioni e modifiche normative che tengano conto delle mutate condizioni socio-economiche dell'avvocatura, che hanno inciso e incideranno sulla categoria professionale, anche a seguito delle difficolt� causate dal periodo di emergenza sanitaria dovuto all'epidemia di Covid-19.

Un obiettivo gi� preannunciato alcuni mesi fa dal Presidente Nunzio Luciano, all'interno di un editoriale contenuto nella Rivista "La Previdenza Forense" (Maggio-Agosto 2020), parlando di "un obiettivo complesso, quello di modificare il sistema previdenziale forense mantenendone invariato l'equilibrio finanziario e i valori di solidariet� che lo fondano".

Il Presidente ha al tempo sottolineato come Cassa Forense fosse "gi� al lavoro per realizzare la riforma, attenti all'ascolto delle richieste che giungono dai vari settori dell'Avvocatura: con la mano tesa per aiutare gli avvocati di oggi e lo sguardo al futuro, per salvaguardare gli iscritti di domani".

Pensioni avvocati: allo studio l'ipotesi del contributivo puro

Non sorprende, dunque, la notizia che Cassa Forense avrebbe provveduto a istituire una Commissione di studio con lo scopo di valutare e approntare eventuali riforme del sistema previdenziale forense. Addirittura, come riporta il Corriere della Sera, si starebbe discutendo l'ipotesi di passare al sistema contributo puro.

Intanto, proprio dal 2021 entreranno a regime alcune novit� introdotte con la precedente Riforma del sistema previdenziale forense del 2009, che ha previsto un graduale aumento dei requisiti minimi di et� e di contribuzione per fruire del trattamento di pensione: dal prossimo anno, si potr� accedere alla pensione di vecchiaia col concorso di due requisiti, 70 anni di et� e 35 anni di anzianit� contributiva, mentre alla pensione di vecchiaia contributiva si potr� accedere con 70 anni di et� con almeno 5, ma meno di 35 anni di effettiva iscrizione e contribuzione alla Cassa.

L'effetto della crisi sui redditi medi

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A sottolineare l'importanza della riforma del sistema previdenziale � anche il segretario generale dell'Associazione nazionale forense, Gigi Pansini: "� sotto gli occhi di tutti che l'emergenza sanitaria in atto, con le correlate difficolt� economiche ha acuito le criticit� che caratterizzano l'organizzazione della professione e ha reso inevitabile la necessit� di intervenire sull'ordinamento forense, sulla capacit� di produrre reddito, sugli aspetti previdenziali e assistenziali".

Tra l'altro, soggiunge Pansini, "non a caso, il riconoscimento del reddito di ultima istanza, e il ristoro di quota parte del canone di locazione degli studi professionali, hanno dovuto fare i conti con le numerose incertezze e zone grigie legate all'effettivo esercizio della professione, agli oneri dichiarativi degli iscritti, alle possibilit� di controllo delle singole posizioni, all'incompatibilit� della professione con l'esercizio di altre attivit� lavorative".

In realt�, la crisi determinata dall'emergenza sanitaria non ha fatto altri che peggiorare la situazione reddituale di una categoria, quella degli avvocati, che appariva gi� in forte difficolt�. Come raccontano i Irpef riferiti al 2018, 15.600 avvocati avrebbero dichiarato reddito zero, 58.100 redditi tra 1 e 10.300 euro e, infine, 110 mila avvocati avrebbero dichiarato redditi tra 10.301 e e 50.050 euro. Altri 19.800 professionisti, invece, non avrebbero neppure inviato il modello per la dichiarazione previdenziale.

"Questi dati � commenta Pansini � gi� incidono negativamente sul sistema attuale e non poche difficolt� hanno causato all'attuazione delle misure adottate nel periodo della prima emergenza sanitaria, con relativo lockdown, e adottate da Cassa forense".

Confronto necessario sulle riforme

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Proprio in ragione delle eccezionali condizioni che stiamo vivendo, e investendo la discussione argomenti potenzialmente idonei a impattare profondamente sull'intera categoria, il segretario generale ANF sottolinea l'importanza del confronto con tutte le componenti dell'avvocatura sulle norme che oggi disciplinano la professione, e ci� tanto in relazione all'attuale sistema, che richiede necessari correttivi, quanto in relazione al passaggio a un sistema nuovo e diverso che Cassa Forense starebbe valutando.

"Non sfugge a nessuno � avverte Pansini � che le scelte che verranno adottate nel prossimo futuro sul doppio binario previdenziale o sul passaggio al contributivo tout court o, ancora, su altre ipotesi di studio, non sono politicamente neutrali, n� possono essere oggetto di mere valutazioni amministrative o contabili. Si tratta di decisioni che incidono profondamente, sul futuro della professione e delle pensioni degli iscritti. Sono scelte di campo per le quali un momento di confronto fra Cassa forense e i suoi iscritti e le componenti istituzionali e associative dell'avvocatura, pur tra mille difficolt�, � necessario".

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