Ma il testo è solo il nuovo, l'ennesimo libro di un affermato familiarista, per quanto avvocato simbolo con la toga tatuata sulla pelle, in vista dei regali di Natale?
Qualche tempo fa mi chiama Mina, Mina Welby: «Paolo, vengo alla sala del Palazzetto delle Carte Geografiche» ove avevo organizzato un convegno per la Camera dei Deputati; arriva, si siede in prima fila, ascolta estasiata Gian Ettore Gassani. Li guardo entrambi, estasiato anch'io.
Cosa rappresenta Mina? Forse la donna più forte che esista, un tema forte come quello del fine vita, come stare dalla parte dei deboli, in particolare il marito Piero, come combattere la lotta estrema per i diritti dei fragili.
Ma chi ha scritto in modo più efficace e nel contempo dolce della mia cara amica Wilhelmine Schett (così si chiama all'anagrafe questa esile e incanutita, all'apparenza fragile donna) se non il nostro protagonista in «C'eravamo tanto armati», ed. Imprimatur, 2017; chi ha reso per davvero qual è l'anima autentica di una donna difficile da comprendere a partire dal luogo che le diede i natali, San Candido (Bolzano), se non ci si pone accanto a lei, in vigile e viandante ascolto?
Sono esattamente le ore 22:45 del 27 agosto 2020 e «GEG» ripone la penna (perché il «nostro» manoscrive) finalmente soddisfatto per il racconto iniziato in pieno lockdown e in quel preciso istante ultimato.
Mi pare di vederlo; si sarà messo su un po' di musica, due coccole allungate al gatto rosso con ricambio di ronfie.
Gian Ettore Gassani si muove con eleganza, incisività e affettività tra un consiglio offerto a una donna disperata che nemmeno conosce e un webinar quale nostro surrogato dei meravigliosi congressi in presenza per AMI, l'Associazione Matrimonialisti Italiani per la tutela delle persone, dei minori e della famiglia che ha fondato e che presiede.
Mentre sto scrivendo questa piccola recensione a «La guerra dei Rossi», Diarkos editore, finito di stampare nel novembre 2020 ma già ristampato, Gian Ettore Gassani non è nella propria «bottega», come definisce i suoi affascinanti due studi legali a Roma e a Milano: è - chissà mai perché e per chi - ad Asti, non per un cin cin tra mille bollicine e amici, ormai divenuto clandestino al tempo del Covid.
Sta, invece, entrando, con borsa di cuoio nera e mascherina in tinta, nel Palazzo di Giustizia locale e sta per patrocinare un processo di diritto di famiglia, almeno lo immagino.
Quante telefonate tra noi, anche soltanto per un «come stai?», «cosa vogliamo organizzare», con lo sferragliare del treno quale sottofondo.
Un avvocato ferroviario che certamente piacerebbe a Fabio Stassi, bibliotecario per mestiere e scrittore per vocazione, che ha cominciato la sua rutilante carriera di romanziere facendo il pendolare sulla linea Viterbo-Roma, immodificabile negli ultimi cent'anni.
«GEG» non si dimentica di nessuno nemmeno durante il lockdown; ha sempre una parola (importante, significativa) per ciascuno, è mio perfetto coetaneo e potrebbe anche essere mio padre per il volto ampio e rassicurante che un po' me lo ricorda. Assertivo e comprensivo contemporaneamente.
Detesta (li ha proprio soppressi) gli inutili tecnicismi giuridici, valuta le situazioni con concretezza nella profonda crisi della coppia: per lui è un dovere tentare di salvare la famiglia.
E, per un divorzista, non è mica roba da poco.
I libri di Gian Ettore Gassani («frustate sulla carne viva della sensibilità affettiva» annota lo scrittore Maurizio de Giovanni nella prefazione) trasudano umanità abbinata a lucido, freddo raziocinio - quasi un ossimoro! -, distillano chicche preziose per orientarsi nella società liquida alla Bauman, in cui ci troviamo a vivere e a nuotare, per adattarci ai mutevoli cambiamenti della vita personale, che non debbono, però, - avvisa «GEG» - mai giustificare «La guerra dei Rossi».
L'Autore ci ridà insomma la forza di andare avanti, quali avvocati e quali persone affannate nel mondo viralmente sospeso, la stessa forza che ci offrono, nei loro rispettivi campi d'azione (un narratore di storie e un giudice prima civile, ora penale) Maurizio de Giovanni e Valerio de Gioia, curatori delle prefazioni, e Adriana Pannitteri, anchorwoman del Tg1, autrice della postfazione.
E allora presenteremo questa nuova, importante fatica di Gian Ettore domani pomeriggio, 16 dicembre 2020 alle ore 16, a cura di AMI del distretto di NAPOLI in diretta sul canale Youtube di AMI TV insieme a Valentina de Giovanni, presidentessa di AMI Napoli in funzione di moderatrice, ai Colleghi Francesco Alessandrella, Carmela Cassese, Pierpaolo Damiano, Davide Dura, Alfonsina Oliviero e Katia Solomita.
Interverrà in diretta a confrontarsi con l'Autore lo scrittore Maurizio de Giovanni. Bella sfida!
Vi aspettiamo!
Mi cimento persino nell'elaborazione della scheda libraria:
Gassani, Gian Ettore, La guerra dei Rossi: racconti di famiglie e di violenze prima e durante il Covid-19 / Santarcangelo di Romagna: Diarkos editore, 2020.