Data: 25/12/2020 09:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

Attenzione ai ladri sotto l'albero di Natale

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Il Natale dovrebbe rendere tutti più buoni, ma non sempre è così: i ladri non si lasciano intenerire davanti all'albero addobbato per le feste e non è detto che evitino di inserire i doni nella loro refurtiva.

Lo sa bene una donna siciliana che, qualche anno fa, si è vista sottrarre alcuni pacchetti, contenenti bigiotteria, dalla stessa collocati tra i doni posti sotto l'albero di Natale.

Fortunatamente, nel caso di specie, le forze dell'ordine sono arrivate tempestivamente, tanto da scovare la ladra in flagranza. Proprio all'arrivo della polizia, la colpevole ha tentato di disfarsi dei pacchetti prelevati sotto le decorazioni, ma senza riuscire a salvarsi dalla condanna per furto aggravato (e per violazione dell'art. 495 c.p.), confermata dalla Corte di cassazione con l'ordinanza n. 45769/2015.

Torna in carcere a casa chi ruba l'albero in patria

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Se il furto dell'albero di Natale è commesso all'estero, fuggire in Italia non aiuta a sottrarsi dall'arresto.

Con la sentenza n. 2059/2018, infatti, la Corte di cassazione ha confermato la consegna alla Romania per l'esecuzione di un mandato di arresto europeo di un uomo che era stato giudicato colpevole dal giudice rumeno dei reati di furto aggravato per aver sottratto due alberi di Natale esposti per la vendita nel parcheggio di un grande magazzino, commettendo le due azioni a distanza di poco tempo l'una dall'altra. L'aggravante, disposta sulla base del codice rumeno, derivava dal fatto di aver commesso il furto di notte.

Come specificato dalla Cassazione, se dal mandato di arresto europeo risultano tutti gli elementi conoscitivi necessari e sufficienti per la decisione, la mancata acquisizione della sentenza di condanna non osta alla consegna del colpevole allo Stato che lo ha giudicato: il furto dei due alberi in Romania è quindi costato al ladro la reclusione, da scontare nel paese natio.

Pizzo anche per decorare a festa la città

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L'atmosfera natalizia non basta neanche a bloccare i tentativi di estorsione.

Basti pensare che, con la sentenza n. 17473/2019, la Corte di cassazione ha confermato la condanna per il reato di tentata estorsione con applicazione dell'aggravante prevista dall'articolo 7 del decreto legge n. 152/1991 di un uomo che aveva avvicinato l'amministratore di una società aggiudicataria dell'appalto comunale per l'allestimento dell'albero di Natale con le relative decorazioni al fine di ottenere il pagamento del "pizzo".

Dare della "befana" mentre si blocca l'uscita dal parcheggio? Ingiuria e violenza privata

Rimanendo nell'"atmosfera natalizia", possiamo ricordare anche la sentenza n. 3966/2016, con la quale la Corte di cassazione ha confermato la condanna ai sensi degli articoli 594 e 610 c.p. per un uomo che, dopo aver impedito a una donna di uscire in auto dal proprio garage, dinanzi alle rimostranze della vittima, l'aveva apostrofata con parole ingiuriose, urlandole, tra le altre cose, "sta zitta befana"!

Cosa nasconde il regalo della Befana?

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Un cenno, infine, va fatto alla sentenza n. 50167/2017, con la quale la Corte di cassazione è stata chiamata a confrontarsi con una vicenda in cui l'affermazione di aver fatto ai propri avversari "solo il regalo della Befana" era stata valorizzata dal giudice del merito come indicativa della volontà di rivendicare un omicidio di un uomo appartenente a un clan contrapposto.

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