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Data: 23/01/2021 12:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli![]()
I rischi di malformazioni fetali vanno comunicati[Torna su]
Il medico, di fronte alla sussistenza di una patologia della gestante tale da poter causare delle malformazioni fetali, � tenuto a informare correttamente e compiutamente la sua paziente. Se non vi provvede, come chiarito dalla Corte di cassazione nella sentenza n. 653/2020 qui sotto allegata, pu� essere chiamato a risarcire i danni derivanti dalla mancata interruzione della gravidanza. La prova della volont� abortiva[Torna su]
Per poter essere risarcita, la donna deve provare in giudizio che, se avesse conosciuto i rischi di malformazioni fetali, avrebbe fatto ricorso all'interruzione della gravidanza a fronte di un pregiudizio grave per la sua salute psichica o fisica. L'interruzione della gravidanza dopo 90 giorni[Torna su]
Ricordiamo, infatti, che l'articolo 6 della legge 194/1978 stabilisce che la donna pu� ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza dopo i primi novanta giorni solo se:
Non serve che la malformazione si sia gi� prodotta[Torna su]
In proposito, la Corte di cassazione, con la sentenza in commento, ha avuto modo di precisare anche che l'accertamento di processi patologici che sono in grado di provocare delle rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro con un apprezzabile grado di probabilit� � sufficiente a giustificare l'interruzione volontaria di gravidanza ai sensi dell'articolo 6, lettera b), della legge n. 194/1978. A tal fine, occorre che per la gestante sussista un grave pericolo per la salute fisica o psichica, da accertarsi concretamente e caso per caso, mentre non � necessario che l'anomalia o la malformazione si sia gi� prodotta o che risulti strumentalmente o clinicamente accertata. |
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