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Data: 13/02/2021 09:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli
No all'imposta fissa[Torna su]
La sentenza che accerta l'esistenza o l'ammontare del credito pignorato � sottoposta all'imposta di registro nella misura proporzionale dell'1% e non nella misura fissa: non ha dubbi in proposito la Corte di cassazione che, nell'ordinanza numero 3459/2021 qui sotto allegata, � giunta a questa conclusione partendo dal presupposto che tale pronuncia rientra tra gli atti dell'autorit� giudiziaria di accertamento di diritti a contenuto patrimoniale. Accertamento dell'esistenza di ricchezza[Torna su]
Del resto, l'articolo 8, comma 1, lettera c) della tariffa � parte prima allegata al d.p.r. n. 131/1986, nel sancire che tali atti di accertamento scontano l'imposta di registro all'1%, si riferisce non solo all'accertamento costitutivo ma anche ai provvedimenti privi di contenuto traslativo o ablatorio che si risolvono in un accertamento dell'esistenza di ricchezza. Nessuna disparit� di trattamento tra accertamento e condanna[Torna su]
Per la Corte di cassazione, in proposito va anche rilevato che la circostanza che, invece, le sentenze di condanna rientrano nell'ambito di applicazione dell'IVA se dispongano il pagamento di corrispettivi o prestazioni soggetti a tale imposta non vale a determinare un'illegittima disparit� di trattamento. Come gi� rilevato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 177/2017, infatti, "il fatto che l'accertamento del diritto di credito costituisca il necessario antecedente logico-giuridico della condanna non rende omogenee le fattispecie messe a confronto, neppure ai fini del regime tributario agevolato". Cos�, gli atti di accertamento di diritti a contenuto patrimoniale scontano l'imposta di registro all'1% anche quando riguardano corrispettivi o prestazioni soggetti a IVA. |
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