|
Data: 15/02/2021 12:00:00 - Autore: Gabriella Lax
Esame avvocati, rinvii e soluzioni emergenziali[Torna su]
Una proposta per poter procedere agli esami di abilitazione per la professione forense anche in tempo di pandemia e con tutte le precauzioni del caso. Arriva una delibera (in allegato) dall’Organismo congressuale forense che si è riunito lo scorso 12 febbraio ed ha preso atto del fatto che «Che la sessione degli esami abilitazione per l’anno 2020 non si e? potuta tenere nello scorso anno, a causa delle problematiche connesse all’emergenza epidemiologica in atto ed e? stata rinviata dal dicembre 2020 ai prossimi 13, 14 e 15 aprile 2021, con il concreto rischio pero? che si renda necessario un ulteriore differimento, atteso che lo stato di emergenza pandemico e? attualmente prorogato fino 30 aprile 2021». Quel che è certo è che serve metter in moto un meccanismo in modo che l’intera sessione d’esame possa concludersi in tempo utile prima dell’inizio di quella successiva legislativamente prevista per il dicembre 2021. Da tenere presente anche il fatto che il numero di candidati e le modalità di tenuta dell’esame sono incompatibili con l’emergenza sanitaria in atto. L’Organismo forense ha valutato le ipotesi di soluzioni emergenziali, tutte vagliate dall’Assemblea nel dibattito svoltosi il 22 gennaio scorso, particolare attenzione anche alle tante segnalazioni pervenute da parte dei giovani tirocinanti, che hanno evidenziato «la situazione di profondo disagio in cui si sono venuti a trovare per la situazione causata dalla pandemia e che hanno chiesto che venga consentito loro di sostenere quanto prima l’esame di abilitazione alla professione forense nel rispetto della normativa di sicurezza».
Ocf, la proposta per l’esame d’avvocato[Torna su]
Il coordinatore dell’Ocf, Giovanni Malinconico, chiarisce che, in primis è necessario «richiedere al Governo e al Ministro della Giustizia di affrontare la questione in via di urgenza, assumendo gli interventi idonei, da adottarsi, anche in via eccezionale per le sessioni di esame degli anni 2020 e 2021, in parziale deroga alle disposizioni vigenti previste dalla normativa sia primaria che regolamentare, nel rispetto delle esigenze e finalita? proprie dell’esame e abilitazione». Le modifiche dovrebbero toccare i seguenti aspetti: • stabilire la costituzione delle sottocommissioni di cui all’art. 47, comma 3, della legge 247/2012 in numero adeguato a consentire la divisione dei candidati fino ad un massimo di n. 150 per ciascuna di esse; • consentire che, per rispettare le misure di distanziamento sociale ed anti- assembramento previste dalla normativa emergenziale anti-pandemica, lo svolgimento delle prove scritte possa avvenire in più plessi distinti anche su base circondariale o sub- circondariale, delegandosi a ciascuna sottocommissione le relative competenze e responsabilità di gestione; • stabilire che la correzione degli elaborati sia affidata a ciascuna delle sottocommissioni innanzi alla quale i relativi candidati abbiano sostenuto le prove scritte, al fine di evitare che le necessita? logistiche connesse agli spostamenti degli elaborati ritardino ulteriormente le operazioni di correzione.
Le critiche alla proposta[Torna su]
La proposta se in linea di massima può essere un punto di partenza per una seria discussione, dall’altro però non ha tenuto conto di alcune situazioni limiti che, invece, vengono ben evidenziate dai praticanti che evidenziano come, in grandi città come Roma o Milano, il numero dei candidati possa arrivare anche 5mila. In questo caso dunque servirebbero oltre 30 subcommissioni per città con altrettante sedi idonee a disposizione. Per non parlare poi che nel caso in cui si tornasse alla correzione da parte dei membri del circondario, potrebbe essere più semplice passare l’esame per chi è raccomandato. |
|