Data: 08/04/2021 23:00:00 - Autore: Francesca Della Ratta

Catcalling: le molestie di strada

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Con il termine "catcalling" si indicano una serie di comportamenti sgradevoli generalmente posti in essere nei confronti delle donne da sconosciuti per strada.

Si tratta di vere e proprie molestie verbali consistenti in apprezzamenti più o meno volgari, fischi, gesti o versi rivolti nei riguardi della vittima nonché battute a sfondo sessuale, inseguimenti ed offese concernenti l'aspetto fisico.
In sostanza, il catcalling è una sorta di bullismo, con la differenza che mentre quest'ultimo si manifesta in ambienti ristretti, il catcalling viene posto in essere in strada da persone sconosciute e, quindi, può colpire chiunque.
Di solito le vittime sono le donne, ma può riguardare anche persone appartenenti a minoranze etniche, disabili, omosessuali o transessuali.
Anche se molti tendono a sottovalutare questo fenomeno in quanto si estrinsecherebbe soltanto in complimenti "innocenti", in realtà il catcalling rivela una scarsa stima della donna, che viene per lo più assimilata a oggetto del desiderio o, peggio, diventa bersaglio di frasi sessiste e volgari.
Gli apprezzamenti sono, infatti, avvertiti come vere e proprie molestie tali da suscitare in chi le subisce sentimenti contrastanti, quali rabbia, impotenza, disagio e senso di colpa, come se il motivo per il quale si viene molestata dipendesse dal proprio modo di vestire o dalla propria condotta.
Ciò perché le donne che subiscono questo tipo di molestia sentono la loro persona degradata e ridotta solo ad un corpo oggetto di desiderio sessuale.
Questo tipo di condotte, quindi, essendo discriminazioni fondate sul sesso, violano il principio della parità di trattamento tra uomini e donne.

In cosa consiste il catcalling

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Secondo un recente articolo dell'organizzazione no-profit Stop Street Harassment le molestie di strada non sempre includono azioni o commenti con connotazioni sessuale.
Possono, infatti, consistere anche in insulti omofobi, transfobici ed altre offese riguardanti l'etnia, la religione, la classe sociale e la disabilità, palesando l'intento discriminatorio di chi le pone in essere.
Inoltre, il catcalling può sfociare in vere e proprie condotte criminose quali lo stalking, l'aggressione e lo stupro.
In molti Paesi le molestie di strada sono considerate reato.
Ad esempio, in Francia nel 2018 il presidente Emmanuel Macron ha varato un disegno di legge che considera il catcalling una vera e propria molestia punita con multe fino a 750 euro.

Inquadramento del catcalling in altre fattispecie di reato

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In Italia, invece, questo fenomeno non è ancora considerato un reato.
Non esiste, infatti, una norma di legge che punisce questo tipo di condotta.
Tuttavia, il catcalling potrebbe essere inquadrato nella fattispecie di cui all'art. 660 del Codice Penale, che disciplina la contravvenzione di molestia o disturbo alle persone.
La norma punisce con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a €.516,00 chi, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, per petulanza o altro biasimevole motivo, reca a taluno disturbo o molestia.
Ai fini della configurazione della fattispecie in questione, il comportamento penalmente rilevante deve essere caratterizzato da insistenza eccessiva, invadenza e intromissione continua e pressante nell'altrui sfera di quiete e libertà.
Tuttavia, ciò che differenzia il catcalling dal reato di molestie o di disturbo alle persone è il bene giuridico protetto dalla norma: tradizionalmente, si ritiene che questo crimine intenda punire il turbamento alla pubblica tranquillità e non la dignità della persona offesa molestata.
Tanto è dimostrato dal fatto che il reato in questione è procedibile d'ufficio e, pertanto, denunciabile da chiunque, non solo dalla vittima.
In sostanza il reato di molestia o disturbo alle persone si integrerebbe soltanto quando la condotta del responsabile sia idonea non tanto a ledere la dignità della vittima, quanto a turbare l'ordine pubblico.
Appare ugualmente difficile inquadrare il catcalling nell'ambito degli atti persecutori di cui all'articolo 612-bis del Codice Penale (stalking), perché questo reato scatta solamente in presenza di molestie ripetute in un breve arco di tempo, a condizione inoltre che la vittima subisca un pregiudizio concreto (ansia, timore per la propria incolumità, cambio di abitudini) dalle stesse.
In questo caso il bene giuridico tutelato sarebbe sì la libertà personale della persona offesa, ma, affinchè possa considerarsi integrata la fattispecie, occorre che la condotta sia reiterata nel tempo.
Quindi, ad esempio, potrebbe configurarsi il reato di stalking nel caso in cui una persona si faccia trovare ogni giorno per strada e rivolga sempre alla stessa vittima commenti indecorosi o offensivi, ingenerando nella stessa la sensazione ed il timore di essere perseguitata.

La Cassazione sul catcalling

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Nonostante le difficoltà di inquadramento giuridico del catcalling, la Corte di Cassazione ha ritenuto integrato il reato di cui all'art. 660 del Codice Penale nel caso dell'insistente comportamento di chi corteggia, in maniera non gradita, una donna, seguendola per strada, così da costringerla costei a cambiare abitudini, essendo tale condotta rivelatrice di petulanza, oltre che di biasimevole motivo (Cass. Pen. Sez. I, sentenza n. 55713 del 19 ottobre 2017).
In tali circostanze il "corteggiamento" consisterebbe in una vera e propria molestia sessuale, ossia una forma particolare di molestia punita come contravvenzione dall'articolo 660.
Concludendo, considerato che il catcalling costituisce un fenomeno che condiziona molte donne, le quali non si sentono libere di passeggiare tranquillamente per strada ed indossare ciò che vogliono, provocando ripercussioni nella psicologia e nella vita quotidiana delle vittime, sarebbe auspicabile un intervento normativo ad hoc da parte del legislatore.
Inoltre, per far sì che il fenomeno non venga più sottovalutato, ma ritenuto una vera e propria forma di molestia che limita la libertà e la sicurezza delle donne, è fondamentale puntare sull'educazione e sul rispetto per la donna, non solo in quanto sorella, madre o figlia di qualcuno, ma in quanto persona.


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