Data: 13/04/2021 12:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate

Protocollo nazionale per i vaccini negli studi professionali

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Il 6 aprile è stato sottoscritto anche da Confprofessioni il "Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all'attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS – CoV-2/Covid 19 nei luoghi di lavoro" (sotto allegato).

Il Piano, adottato su invito del Ministero del lavoro e delle politiche Sociali e del Ministero della Salute, si pone l'obiettivo di velocizzare la realizzazione pratica del Piano Vaccinale al fine di contrastare e contenere la diffusione del vaccino.

Documento a cui ha fatto seguito il giorno stesso il "Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro" (sotto allegato), che aggiorna e rinnova i precedenti accordi e che fornisce indicazioni utili in relazione:

  • all'informazione che deve essere data ai collaboratori e ai dipendenti;
  • alle modalità di ingresso in azienda;
  • alle modalità di accesso dei fornitori esterni;
  • alla pulizia e alla sanificazione dell'ambiente di lavoro;
  • alle precauzioni e all'igiene personale;
  • ai dispositivi di protezione individuale;
  • alla gestione degli spazi comuni;
  • all'organizzazione del lavoro;
  • alla gestione dell'entrata e dell'uscita dei dipendenti;
  • agli spostamenti interni alle riunioni e agli eventi di formazione;
  • alla gestione di una persona sintomatica nello studio;
  • alla sorveglianza/medico competente/RLS.

Documenti a cui si aggiunge quello redatto dall'Inail ha redatto nello stesso giorno, contenente le "Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti SARS – CoV-2/Covid 19 nei luoghi di lavoro" (sotto allegato). Vediamo che cosa prevedono in particolare il primo e il terso documento.

Cosa prevede il protocollo per i vaccini

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Il protocollo nazionale firmato da Confprofessioni per attuare le vaccinazioni anche all'interno degli studi professionali si compone di 16 punti e prevede che alla predisposizione del piano aziendale per la vaccinazione debba provvedere il datore di lavoro, anche tramite le Organizzazioni di rappresentanza, nel rispetto delle indicazioni ad interim dell'Inail e di quelle eventualmente emanate dalle Regioni e dalle province Autonome. Documento in cui il datore è tenuto a indicare il numero di vaccini richiesti per dare la possibilità all'Azienda Sanitaria a cui viene inoltrato il piano, di programmare adeguatamente la distribuzione delle dosi di vaccino.

Per quanto riguarda i costi il protocollo prevede che agli esborsi legati al piano e alla somministrazione (siringhe/aghi) dei vaccini debba provvedere il datore di lavoro, mentre per quelli delle dosi di vaccino spetti ai Servizi Sanitari Regionali sostenerli.

Nel momento in cui si procede alla vaccinazione vera e proprio il medico competente è tenuto a informare i soggetti del tipo di vaccino e sui rischi e vantaggi connessi e ad acquisirne il consenso dopo il preventivo triage. Il medico competente nel procedere alla somministrazione delle dosi di vaccino può avvalersi della collaborazione di personale sanitario adeguatamente formato.

Ai datori di lavoro viene data inoltre la possibilità di stipulare, anche tramite associazioni di categoria, convenzioni apposite con strutture private a proprie spese, fermo restando che il costo del vaccino resta sempre a carico dei Servizi Sanitari Regionali.

Per i datori infine che non hanno un medico competente e che non possono ricorrere a strutture private, possono sempre avvalersi delle strutture sanitarie dell'Inail, che sostiene per intero i costi della vaccinazione, visto che l'iniziativa vaccinale è pubblica.

Indicazioni Inail

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Il documento dell'Inail contenente le indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 nei luoghi di lavoro premette che, per istituire punti vaccinali territoriali per realizzare la campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, è necessaria la sussistenza dei seguenti presupposti:

  • disponibilità di vaccini;
  • disponibilità dell'azienda;
  • presenza/disponibilità del medico competente o di personale sanitario formato;
  • sussistenza delle condizioni di sicurezza per la somministrazione di vaccini;
  • adesione volontaria ed informata di lavoratrici e lavoratori;
  • tutela della privacy e prevenzione di ogni forma di discriminazione di lavoratrici e lavoratori.

Fatta questa premessa il documento si snoda in diversi punti, che vengono analizzati e sviluppati nel dettaglio e che si occupano di tutti gli aspetti dell'organizzazione necessari per attuare la vaccinazione. Si parte dall'adesione all'iniziativa da comunicare all'Azienda Sanitaria di riferimento, per proseguire poi con i requisiti ambientali e organizzativi, l'equipaggiamento minimo presente dell'ambiente di lavoro per procedere alla vaccinazione, la formazione e l'informazione, l'organizzazione della seduta vaccinale, la gestione del consenso da parte dei soggetti che devono ricevere il vaccino, la fase di osservazione post vaccinazione, la programmazione della seconda dose, il monitoraggio dell'intero processo da parte del Dipartimento di Prevenzione e infine i costi da sostenere.

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