Data: 29/04/2021 06:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate

Decreto sostegni bis: 500 milioni ai Comuni

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Il Governo, nel Decreto Sostegni bis, ha intenzione di mettere a disposizione dei Comuni mezzo miliardo di euro. Una somma che i sindaci potranno utilizzare per aiutare le famiglie in difficoltà, che a causa del Covid, non riescono a fare fronte al pagamento dei costi "essenziali" per la sopravvivenza. Cinquecento milioni che arriveranno nelle casse comunali grazie al decreto Sostegni 2, che verrà approvato probabilmente entro la fine di questa settimana o l'inizio della prossima. Questi fondi in particolare saranno destinati al pagamento delle bollette per luce, acqua e gas e per i canoni di affitto.

Una somma di cui l'Esecutivo potrà disporre grazie all'ulteriore scostamento di bilancio di 40 miliari di euro. Cifra indicata nel Def per fare fronte a nuovi interventi in favore di famiglie e attività in difficoltà. Un decreto che, come il precedente, è in linea con il progetto del premier Mario Draghi per il 2021, ossia di dare soldi, senza chiederli.

Bonus bollette e affitti come funziona?

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Non ci sono ancora indicazioni precise sul funzionamento di queste misure che saranno gestite dai Comuni, anche se probabilmente le regole per accedere a questi aiuti saranno le stesse previste per l'erogazione dei buoni spesa.

Un aiuto che, per quanto riguarda le bollette, si sommerà a quello Arera, che riconosce a chi ha un ISEE inferiore a 8.265 euro, a chi presenta un reddito non superiore a 20.000 euro e almeno 4 figli a carico e ai titolari di pensione o reddito di cittadinanza, uno sconto automatico, che viene riconosciuto dopo aver verificato i dati INPS risultanti dalla dichiarazione sostitutiva Unica, senza bisogno di fare domanda.

In materia di affitti i Comuni, quando la pandemia Covid stava già creando evidenti problemi economici nel corso del 2020, avevano potuto accedere al Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, per erogare contributi economici in favore di quelle famiglie che non riuscivano a pagare il canone di locazione. La somma erogata era pari alla differenza tra il costo reale del canone a carico del conduttore e quello che avrebbe dovuto corrispondere per vivere in una casa popolare.

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