Data: 25/05/2021 12:00:00 - Autore: Roberto Paternic�

Indagine IVASS, "Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani"

Conoscere per decidere o almeno per saper valutare, questa sembra essere la sintesi della recente indagine dell'IVASS (Istituto per la vigilanza sule assicurazioni) sulle "Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani". Nel prendere in prestito le "Prediche inutili" di Luigi Einaudi, spesso citate e divenute un "classico" per la sempre straordinaria attualit�, ".. le leggi frettolose partoriscono nuove leggi intese ad emendare, a perfezionare; ma le nuove, essendo dettate dall'urgenza di rimediare a difetti propri di quelle male studiate, sono inapplicabili, se non a costo di sotterfugi, e fa d'uopo perfezionarle ancora, sicch� ben presto il tutto diviene un groviglio inestricabile, da cui nessuno cava pi� i piedi;.. ", per analogia, il mercato assicurativo e le Istituzioni intendono porre rimedio alla dicotomia tra una spasmodica ricerca di sviluppo del "business" e la notoria difficolt� dei consumatori di comprendere i contenuti di un linguaggio assicurativo (tecnico-giuridico) nonch� l'affastellarsi di norme primarie, secondarie, regolamenti e quant'altro che, nel tentativo di "tutelare" l'utente e/o di controllare gli operatori mercato, possono complicare i risultati attesi.
La parola d'ordine, oggi, sembra essere "semplicit�" nella sua accezione di saper spiegare concetti complessi con un linguaggio chiaro, accessibile e che porti alla comprensione. Farsi capire, quindi, con l'auspicio che la "conoscenza" sia concreta e non frutto di accattivanti sistemi di stipula di contratti assicurativi che attraggono per semplicit� procedurale, ma che hanno poco a che vedere con la capacit� informativa verso i consumatori.
Lo sviluppo dell'Insurtech potr�, anche, essere foriero di nuove soluzioni per una pi� efficace comprensione della materia.

I risultati di sintesi dell'indagine IVASS

Gli argomenti posti dall'IVASS nella sua indagine:
1. Conoscenza assicurativa: gli indici sulla conoscenza di base e sulla conoscenza dei prodotti assicurativi, da parte dei consumatori, mostrano punteggi poco confortanti: in una scala da 0 a 100, la conoscenza di base si attesta su 40,6 e la conoscenza dei prodotti assicurativi su 20,1. Gli italiani, pertanto, sembrano essere ben lontani dalla sufficienza per quanto riguarda la conoscenza assicurativa. All'interno delle varie fasce d'et�, si assiste ad un incremento della conoscenza oltre i 35 anni e ad un successivo decremento a partire dai 65 anni in poi. Significative sono anche le differenze tra le diverse aree geografiche, con una conoscenza di base e dei prodotti assicurativi pi� bassa al Sud e nelle Isole, rispetto al resto d'Italia. La conoscenza � , anche, influenzata dal titolo di studio.
Per conoscenza di base assicurativa si � intesa la definizione corretta e di quelle scorrette di tre concetti fondamentali della cultura assicurativa: massimale, franchigia e premio. Approssimativamente met� del campione che dice di conoscerli risponde correttamente a tutte le domande per ogni singolo concetto. Le polizze esaminate sono state quelle sugli infortuni, temporanea caso morte, vita e previdenza complementare.
Sostanzialmente, molto poco di fronte alle ampie tematiche tecnico-contrattuali delle varie polizze assicurative.
Nonostante ci�, Il 68,7% delle persone, soprattutto di sesso maschile (72,3%), si ritiene molto competente in materia assicurativa e non si affida n� ai consigli dell'assicuratore n� a fonti informative esterne. Questo dato � preoccupante in ragione della cd. "overconfidence" che stimola un'autonomia di scelta a basso tasso di alfabetizzazione e quindi tendenzialmente dannosa per l'assicurato.
2. Fiducia: nei confronti del proprio intermediario assicurativo, un 67,6% del campione si dichiara portatore di sentimenti di fiducia soddisfacenti (abbastanza) e persino elevati (molto).
Nella valutazione della serenit� post-stipula si nota una correlazione con tre fenomeni:
- la percezione che, in caso di sinistro, la procedura per ottenere la prestazione dovuta dall'assicuratore sarebbe facile;
- la fiducia nelle proposte del proprio referente/intermediario assicurativo;
- la sensazione di possedere competenza assicurativa nel valutare rischi da assicurare e condizioni di polizza.
Quando si chiede quali siano i fattori pi� importanti nella scelta dell'intermediario assicurativo, si rileva che l'importanza della fiducia diminuisce all'aumentare della scolarizzazione (ad eccezione di coloro che possiedono una specializzazione post-laurea).
Il fatto che la popolazione pi� anziana scelga maggiormente l'intermediario assicurativo sulla base della fiducia che questi ispira potrebbe rivelare una tendenza alla delega rispetto ad un linguaggio e a un prodotto che non si conoscono o si teme di non capire a sufficienza. Il dato si associa , anche, alla maggiore importanza della fiducia che diminuisce con il grado di scolarizzazione a partire dalla licenza media inferiore. Questo andamento risulta invertito per quanto riguarda la scelta dell'esperienza e professionalit� dell'intermediario assicurativo, fattori considerati pi� importanti all'aumentare del titolo di studio.
Trasparenza e semplicit� sono le risposte pi� scelte dai laureati che, ancora una volta, segnalano l'importanza della possibilit� di comprendere direttamente le informazioni, rispetto alla delega fiduciaria all'intermediario, rivelando una propensione al c.d."boosting", ovvero alla possibilit� di conoscere e comprendere direttamente le informazioni in modo da favorire la propria autonomia decisionale, rispetto alla preferenza per il c.d. "nudging", che in questo caso consiste nel ricevere un orientamento pi� o meno indiretto da parte dell'intermediario assicurativo.
3. Risk literacy: la maggior parte dei soggetti sembra non consapevole del rischio connesso a valutare le variazioni della probabilit� degli eventi sulla base di percentuali e di quanto, invece, sia pi� informativo stimare il rischio con il formato delle frequenze naturali. Una grande percentuale del campione non sa distinguere rischio da incertezza.
Si definisce una situazione di rischio quando � possibile individuare la probabilit� del suo accadimento mentre l'incertezza pu� essere di tipo epistemico quando � possibile attraverso l'analisi empirica fare una valutazione statistica del fenomeno e di tipo ontico, quando non � possibile questa attribuzione statistica.
E' noto che l'individuo tende ad avere avversione all'ambiguit� ed all' incertezza di eventi futuri che lo porta a comportamenti di tipo precauzionale e di tutela, anche assicurativa. Se, invece, ritiene che la probabilit� del fenomeno sia quantificabile (inevitabilmente in maniera meramente soggettiva, non essendoci statistiche in merito), il suo comportamento sar� meno precauzionale, con tutti i pericoli e gli azzardi del caso. I riferimenti, pertanto, ad una informazione distorta e relativi comportamenti sconsiderati si sono evidenziati durante la pandemia di Covid-19 cos� come per i terremoti.
4. Avversione al rischio: il comportamento assicurativo sembra collegarsi,
anche, a come venga percepito il rischio ed al relativo atteggiamento precauzionale del cittadino. L'indice di avversione al rischio � di 60,2 (su una scala da 0 a 100). Si riscontra che chi � pi� avverso al rischio � pi� propenso a stipulare polizze, anche non obbligatorie. Un'avversione al rischio � riscontrata nei pi� giovani e, in generale, negli under 64, rispetto ai pi� anziani.
Per quanto riguarda i timori pi� sentiti per il presente o il futuro emergono i problemi di salute per malattie o infortuni (76,7%), seguiti dalla paura di perdere reddito, conseguente alla sua riduzione per il pensionamento o alla perdita del lavoro, e di conseguenza il timore di non poter provvedere ai figli e/o a persone care non autosufficienti.
Il fatto che la "salute" sia la fonte di maggiori preoccupazioni non si traduce, in realt�, nella sottoscrizione di polizze assicurative sanitarie e coloro che sottoscrivono una Polizza Malattie sono solo il 10.6% del totale degli intervistati, percentuale che sale per la Polizza Infortuni al 20.2%, ma che, comunque, rimane molto bassa. D'altra parte, la rappresentazione del rischio prevede che il sistema della salute pubblica garantisca, di fatto, una tutela sostitutiva a quella offerta dall'assicurazione privata.
Il timore di calamit� naturali � maggiore nel Sud e nelle Isole rispetto al Nord, ma � proprio al Nord che si riscontra una maggiore percentuale di sottoscrizione di polizze per tali eventi (circa 20% vs. Sud nel 10,4% e Isole nel 4,1%) e seppur proprio il centro-Sud e le Isole sono caratterizzate da numerosi eventi sismici, sono le aree con la minore sottoscrizione assicurativa per eventi catastrofici.
Sull'attitudine alle assicurazioni, solo l'8,4% degli intervistati conferma che l'assicurazione non abbia senso, mentre il 21,2% fa propria la convinzione che abbia senso assicurarsi solo contro rischi molto probabili ed il 70,4% quella per cui abbia senso farlo anche per quelli poco probabili .
Infine, si osserva l'atteggiamento della "fallacia" dello scommettitore che porta a considerare meno probabile un evento quando si � gi� manifestato.
5. Logica assicurativa: si attesta a un livello di 63,7 (su scala da 0 a 100) e rappresenta la capacit� deduttiva per giungere a conclusioni corrette, partendo da premesse concettuali conosciute (ad esempio: la quantit� di rischio assunta dall'assicuratore ed il premio richiesto al cliente ovvero che al crescere del rischio assunto dall'assicuratore, tendenzialmente, aumenta il premio richiesto al cliente).
I dati sulla logica assicurativa possono suggerire che il cittadino italiano, se accompagnato a maturare una conoscenza di base e dei prodotti adeguata, abbia la capacit� di trarre delle conseguenze decisionali corrette. E' opportuno, quindi, che i programmi di educazione finanziaria ed assicurativa siano in grado di attrarre l'interesse e l'attenzione del cittadino per migliorare le sue conoscenze assicurative ed effettuare le scelte pi� idonee.
I risultati sembrano confermare quanto sia importante:
-promuovere la conoscenza di base e dei prodotti attraverso una opportuna educazione assicurativa in modo da rafforzare l'autonomia di giudizio del cittadino;
-semplificare la presentazione delle opzioni assicurative in modo che il soggetto sia in grado di valutarle;
- scegliere l'intermediario assicurativo, anche, sulla base della sua professionalit� (fattore che risulta preferito quando cresce il livello di conoscenza assicurativa, di istruzione scolastica e di semplificazione della offerta dei prodotti da analizzare).
6. Efficacia della comunicazione assicurativa: viene valutata come comprensibilit� del set informativo dei prodotti assicurativi e di chiarezza nell'illustrazione delle clausole contrattuali, prima della sottoscrizione delle polizze. La scarsa comprensibilit�, opacit� e complessit� delle polizze � uno dei fattori, maggiormente, evidenziato dagli intervistati con alta scolarizzazione. In generale, sembrerebbe possibile affermare che la scarsa comprensibilit� sia rilevata maggiormente da chi � pi� consapevole, perch� dispone di strumenti interpretativi/culturali maggiori (laureati e studenti), o perch� pi� abituato ad assicurarsi provenendo dal settore privato - occupato o indipendente - che ha in media pi� coperture assicurative rispetto all'occupato dipendente.
Il set informativo dei prodotti assicurativi � considerato abbastanza comprensibile solo dal 34% degli intervistati e aggregando le valutazioni negative (per niente, poco e cos� cos�), si rileva che pi� del 50% del campione manifesta insoddisfazione rispetto alla comprensibilit�.
La percezione di chiarezza espositiva diminuisce in chi sottoscrive principalmente le polizze online, confermando l'ipotesi che la scarsa chiarezza � percepita e rilevata maggiormente da coloro che hanno una maggiore autonomia decisionale, legata al possesso di strumenti culturali o esperienziali. Coloro che non dispongono di tali strumenti o non hanno fiducia nelle proprie competenze in materia assicurativa si affidano all'intermediario, delegando a tale figura anche il controllo delle condizioni di stipula, su base prevalentemente fiduciaria.
Gli intervistati al di sotto dei 54 anni e in possesso di un titolo di studio superiore (diploma superiore e ancor pi� laurea triennale o magistrale) segnalano, inoltre, la necessit� della presenza di uno schema sintetico che consenta un accesso diretto alle informazioni con l'eliminazione degli aspetti che in generale ostacolano maggiormente la comprensione (es.: lunghezza del testo e/o adozione di una terminologia autoreferenziale). Lo schema sintetico e puntuale del contratto offerto � considerato molto importante, anche, da coloro che hanno sottoscritto polizze online (47%).
7. Cultura assicurativa: emerge, dalle risposte fornite dagli intervistati, che oltre il 70% non considera adeguata la cultura assicurativa in Italia ed � opinione comune che questo gap conoscitivo andrebbe colmato, innanzitutto, ad opera delle istituzioni pubbliche (60%) (IVASS, Consob, Banca d'Italia, Ministero dello Sviluppo Economico) e dalle compagnie assicurative, banche e intermediari assicurativi (45,5%).
Per questi ultimi, aggiungerei, senza il timore che una migliore conoscenza, da parte dei consumatori, possa ridurre la possibilit� di vendita dei prodotti assicurativi. I contratti assicurativi possono, sempre, essere migliorati.


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