Data: 08/06/2021 11:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

Cani e separazione: il silenzio della legge

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Mano a mano che passano gli anni, sono sempre più numerosi gli italiani che decidono di adottare un amico a quattro zampe.

I cani, dal canto loro, non fanno fatica a entrare a pieno titolo nella famiglia e, non di rado, vengono coinvolti nelle più disparate dinamiche di coppia…anche in caso di separazione.

Gli ex che litigano su chi dovrà tenere il cucciolo, infatti, sono tantissimi e la legge sul punto non aiuta, dato che, ad oggi, non esiste una norma specifica che disciplina le "sorti dei cani" in caso di scioglimento del legame affettivo che univa i loro padroni.

Cani come figli

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In assenza di disposizioni chiare in proposito, i cani stanno iniziando a essere considerati, anche dal punto di vista giuridico, come dei figli.

In tal senso si è espresso, ad esempio, il tribunale di Lucca che, con una pronuncia del 24 gennaio 2020, ha dichiarato che, nel vuoto normativo, l'importanza del legame affettivo tra persone e animali non può che portare all'applicazione della normativa relativa all'affidamento dei figli.

Affidamento condiviso o esclusivo

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In caso di contrasto circa l'affidamento del cane è possibile l'intervento del giudice che, dopo aver valutato tutte le circostanze del caso concreto, può non solo stabilire che l'animale deve stare con l'uno o l'altro degli ex partner, ma altresì disporne l'affido condiviso, pronunciandosi anche sul collocamento, il diritto di visita e il mantenimento.

Sul punto si veda, ad esempio, la pronuncia numero 5322/2016 del Tribunale di Roma, che si è occupata di sanare i contrasti insorti tra due ex conviventi in merito alle sorti del loro comune amico a quattro zampe.

Il microchip non conta

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Nel decidere con chi starà il cane, il giudice deve valutare l'aspetto affettivo e morale, valorizzando il benessere e lo sviluppo dell'identità dell'animale.

Non rileva, invece, l'eventuale intestazione del microchip, almeno a detta del tribunale di Sciacca, che si è confrontato con la questione in una pronuncia del 19 febbraio 2019.


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