Data: 24/06/2021 15:00:00 - Autore: Gabriella Lax

Consulta, incostituzionale l'articolo 13 della legge sulla Stampa

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Incostituzionale l'articolo 13 della legge sulla stampa che fa scattare l'obbligo di reclusione da uno a sei anni insieme al pagamento di una multa, in caso di condanna per diffamazione a mezzo stampa compiuta mediante l'attribuzione di un fatto determinato. Così si è pronunciata la Corte costituzionale dopo aver esaminato a esaminato le questioni sollevate dai Tribunali di Salerno e di Bari sulla legittimità costituzionale della pena detentiva prevista per la diffamazione a mezzo stampa, per contrasto, tra l'altro, con l'articolo 21 della Costituzione e con l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Le questioni sono tornate all'esame della Corte un anno dopo l'ordinanza numero 132 del 2020 che sollecitava il legislatore a una complessiva riforma della materia.

Diffamazione, compatibile con la Costituzione l'articolo 595 (3° comma)

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Come chiarisce un comunicato stampa diffuso dalla Consulta, mentre si attende che sia depositata la sentenza, è stato invece ritenuto compatibile con la Costituzione l'articolo 595, terzo comma, del Codice penale, che prevede, per le ordinarie ipotesi di diffamazione compiute a mezzo della stampa o di un'altra forma di pubblicità, la reclusione da sei mesi a tre anni oppure, in alternativa, il pagamento di una multa. Saranno dunque sanzionati con la pena detentiva i soli casi di eccezionale gravità.

Diffamazione, serve l'intervento del legislatore

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Servirà comunque un intervento generale da parte del legislatore, che possa assicurare «un più adeguato bilanciamento – che la Corte non ha gli strumenti per compiere – tra liberta? di manifestazione del pensiero e tutela della reputazione individuale, anche alla luce dei pericoli sempre maggiori connessi all'evoluzione dei mezzi di comunicazione, gia? evidenziati nell'ordinanza 132».


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