Data: 18/07/2021 06:00:00 - Autore: Gabriella Lax

Magistrati onorari, l'Italia non rispetta gli accordi sul tempo determinato

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Procedura d'infrazione aperta nei confronti dell'Italia: una lettera di costituzione in mora poich� �la legislazione nazionale applicabile ai magistrati onorari non � pienamente conforme al diritto del lavoro dell'Ue�. La sonora bocciatura arriva dalla Commissione europea che ha chiarito che la legislazione italiana non rispetta diverse disposizioni dell'accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato; dell'accordo quadro allegato alla direttiva 97/81/CE sul lavoro a tempo parziale; della direttiva 2003/88/CE sull'orario di lavoro e della direttiva 92/85/CEE sulle lavoratrici gestanti.

Magistrati onorari, un anno fa la sentenza della Corte del Lussemburgo

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Risale ad un anno fa la sentenza della Corte del Lussemburgo che aveva contestato al nostro Paese per l'inaccettabile condizione di precariet� di oltre 5mila giudici onorari - dai giudici di pace, ai vice procuratori onorari, ai giudici onorari di tribunale. stavolta il richiamo al rispetto delle regole arriva dalla Commissione.

Magistrati onorari, le violazioni

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La Commissione nel documento ha ricordato che diverse categorie di magistrati onorari (i giudici onorari di pace, i vice procuratori onorari e i giudici onorari di tribunale) vengono considerati volontari che prestano servizi a titolo "onorario". Non essendo loro riconosciuto lo status di lavoratori �non godono della protezione offerta dal diritto del lavoro dell'Ue e risultano penalizzati dal mancato accesso all'indennit� in caso di malattia, infortunio e gravidanza, dall'obbligo di iscriversi presso il fondo nazionale di previdenza sociale per i lavoratori autonomi, nonch� da divari retributivi, dalla discriminazione fiscale e dal mancato accesso al rimborso delle spese legali sostenute durante procedimenti disciplinari e al congedo di maternit� retribuito�.

Cosa succeder� adesso? Il governo italiano ha due mesi di tempo per rispondere. Se non lo far�, la procedura andrebbe avanti con un parere motivato, ovvero una richiesta formale di conformarsi al diritto dell'Unione.


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