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Data: 27/10/2021 11:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate
Tutto fermo per il ddl Zan affossato dalla tagliola[Torna su]
Nulla di fatto per il ddl Zan. Il 27 ottobre infatti, giorno in cui il disegno di legge contro l'omotransfobia sarebbe dovuto diventare legge, a passare è la tagliola, la proposta caldeggiata da Lega e Forza Italia di non esaminare il testo articolo per articolo e di votare a scrutinio segreto. Decisione che è passata con 154 voti a favore su 131 contrari e 2 astenuti. Il testo del disegno di legge di fatto scompare perché quando, non prima di sei mesi, si tornerà in Commissione per riprendere la discussione sui temi della prevenzione e del contrasto della discriminazione e della violenza che prendono di mira il genere, l'orientamento sessuale o la disabilità, sarà necessario partire da un testo tutto nuovo. Deluso ovviamente Zan, che con un tweet commenta "Chi per mesi, dopo l'approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare." Ricordiamo in breve cosa prevedeva questo testo di legge che ha suscitato tanti scontri e polemiche. Estensione del reato di propaganda e istigazione[Torna su]
Il titolo del disegno di legge è molto esplicativo in relazione al contenuto del provvedimento, ovvero "Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità." Il primo articolo si preoccupa di definire i termini principali utilizzati nel testo, ossia sesso, genere, identità di genere e orientamento sessuale. Si passa poi alla disciplina penalistica che interviene prima di tutto ampliando la portata del reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione (art. 604 bis c.p) anche ai motivi di discriminazione che si fondano sul esso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità. La norma punisce chi propaganda idee, istiga le suddette forme di discriminazione, istiga a commettere violenza o atti di provocazione che si basano sulle ragioni suddette e anche chi prende parte a organizzazioni, movimenti, associazioni o gruppi che incitano alla discriminazione e alla violenza, fondate sulle forme discriminatorie contrastate dal ddl Zan. Intervento anche sulle aggravanti del reato di propaganda e istigazione disciplinate dall'art. 604 ter, con portata estesa anche alle forme di discriminazione fondate sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale e sulla identità di genere. Pluralismo ideologico con il limite della discriminazione[Torna su]
Si afferma poi la libertà di espressione in relazione a convincimenti e opinioni, in linea con il pluralismo ideologico, con il limite di non determinare però un pericolo concreto del compimento di atti violenti o discriminatori. Giornata nazionale contro omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia[Torna su]
Al fine di promuovere l'inclusione, il rispetto e l'educazione prevista anche l'istituzione di una Giornata dedicata, fissata per il 17 maggio di ogni anno, che però non sarebbe stata considerata come giornata di vacanza dal lavoro e non avrebbe comportato riduzioni di orario delle lezioni scolastiche o dei servizi offerti dagli uffici pubblici. Le altre misure previste dal decreto[Torna su]
Per rendere effettiva la lotto contro la discriminazione prevista anche la previsione di attribuire all'Ufficio per il contrasto alle discriminazioni di cui all'art 7 del dlgs n. 215/2003 il compito di elaborare ogni tre anni una strategia nazionale per prevenire e contrastare le discriminazioni per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere. La modifica poi di quanto previsto dall'art 105 quater del dlgs n. 34/2020, prevedendo la realizzazione di un programma a livello nazionale finalizzato a contrastare i reati di istigazione e propaganda. Modifiche di vario tipo per ampliare la portata anche del dl n. 122/1993, che contiene "Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa"e infine modifiche al codice di procedura penale per includere tra i soggetti particolarmente vulnerabili anche le vittime di discriminazione per ragioni legate al sesso, all'identità, all'identità di genere e all'orientamento sessuale. Leggi anche Ddl Zan: cosa prevede |
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