Data: 15/12/2021 06:00:00 - Autore: Gabriella Lax

Banda ultra larga, la situazione in Italia

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Quando arriverà la banda ultra larga? A dare delle risposte ci pensa Il Ministero dello sviluppo economico che ha aggiornato il sito bandaultralarga.italia.it. Cliccando all'indirizzo si accede a una griglia dove basta inserire la Regione, il Comune e la via per vedere a che punto ci si trovi a proposito della banda ultra larga. L'emergenza sanitaria a pandemia da Covid-19 ha manifestato in pieno l'importanza della digitalizzazione per favorire la crescita economica e della società. Ed ha mostrato tutte le pecche di tanti Paesi, tra cui il nostro, che hanno gli strumenti e le infrastrutture non adatti a garantire la connessione in modo omogeneo. Nonostante in Italia si stiano facendo notevoli passi avanti in merito alla diffusione di reti mobili di ultima generazione, per le reti fisse la situazione è ben diversa: in confronto ad altri Paesi dell'Unione Europea, il nostro presenta diverse carenze, soprattutto nell'ambito delle connessioni ultraveloci. A ciò si aggiunga l'analfabetismo informatico, digitale e tecnologico, di cui l'Italia ha il tasso tra i più bassi d'Europa, sia tra le famiglie che tra le imprese.

Banda ultra larga, dati aggiornati

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Gli ultimi dati arrivano dal sito bandaultralarga.italia.it, nato nel 2016 per attuare l'Agenda Digitale Europea, di ora l'aggiornamento che riesce a fornire risposte che arrivano fino al civico. I dati dicono c he si potrebbe fare di più. al momento troviamo l banda in più di un terzo dei comuni italiani (35,9%) in cui il progetto definitivo è stato già approvato ed è in fase di approvazione nel 15,4%, quello esecutivo in un altro 1,8% delle località.

Sono circa uno ogni quindici (6,7%) i comuni in attesa di autorizzazione; la progettazione definitiva è in corso nel 13,2% dei casi. Nel 14,8% il progetto è attualmente in esecuzione con il 2,1% sul totale complessivo che rappresenta invece gli scenari di lavori completati. Come chiarisce il Sole 24 Ore, i ritardi per la copertura del bando Open Fiber hanno spostato al 2021 la data di completamento dei lavori, a fine dell'anno non supereremo l'80%. Il target per la copertura prevede di raggiungere l'85% della popolazione con reti in grado di navigare a velocità pari o superiori ai 100 Mbps (Megabit per secondo), la cosiddetta banda Ultra Larga, mantenendo contemporaneamente il 100% di cittadini con accesso alla rete da almeno 30 Mbps.

Il Piano di Sviluppo della Banda Ultra Larga conta di poter cablare oltre 7600 comuni su tutto il territorio nazionale, puntando per l'anno solare all'apertura di 3000 cantieri e alla relativa chiusura per lavori conclusi in circa 850.

Il Piano nazionale sarà attuato grazie alla costruzione di una rete di proprietà pubblica resa poi disponibile a tutti gli operatori interessati ad attivare servizi verso aziende e cittadini, cercando quindi di superare eventuali disuguaglianze geografiche dovute alla mancanza di iniziativa privata da parte delle aziende

Nella mappa dell'Italia, ogni comune è stato colorato in base allo stato di avanzamento dei progetti. Di colore marrone le località per cui il dato è non disponibile.

Fibra e condomini, il ruolo di Agcom

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Ma com'è la situazione per i condomini italiani? Open Fiber ha previsto investimenti fino a 9 miliardi di euro per completare la rete in fibra e collegare le case nelle città ma anche nelle aree meno densamente popolate. A tal proposito si avvarrà di dieci primarie banche e istituzioni finanziarie che porteranno un nuovo maxi finanziamento per realizzare una rete in fibra capillare, per una cifra di oltre il doppio rispetto a quanto investito finora.

I piani del Governo con i fondi pubblici anche europei completeranno la copertura dei 30 milioni di civici al 2026. Se davvero il problema dei condomìni resistenti riguarda circa l'1-2 per cento delle installazioni saranno centinaia di migliaia di persone interessate. In realtà dal 2016 esistono norme che obbligano i condomìni a fare passare la fibra, ma sono di difficile applicazione. Nello specifico, il decreto 33/16 obbliga il condominio a rispondere a "richieste ragionevoli di accesso" e assegna ad Agcom il compito di risolvere le controversie (gratis e facile, a differenza dello scontro in tribunale). Ad Agcom mancano le linee guida attuative, arrivate a ottobre. Gli operatori o i condomini possono quindi chiedere di risolvere la controversia ad Agcom. Nel primo caso per quanto riguarda l'accesso al palazzo; nel secondo caso quando gli operatori non fanno corretti lavori di riparazione, a cui sono tenuti dopo l'intervento. Al momento la bozza del Ddl Concorrenza stabilisce che i condomini dovranno giustificare il rifiuto «allegando documenti fotografici, planimetrie e ogni documentazione tecnica che avvalori l'oggettiva inidoneità».


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