Data: 04/01/2022 06:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate

Cesto natalizio di modico valore e corruzione

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Un regalo troppo generoso potrebbe condurre a una condanna penale per istigazione alla corruzione. Per fortuna nei due casi di cui si è occupata di recente la Cassazione, questo pericolo è stato scongiurato.

Nel caso trattato dalla sentenza n. 47216/2021 un imprenditore si è limitato infatti a regalare dei cestini con generi alimentare e tre carabinieri, in quello affrontato invece dalla sentenza n. 47237/2021 il regalo fatto a un ispettore del lavoro è consistito in due latte di olio e una busta di castagne. Un gesto di così modico valore non è in grado, per la Corte di legittimità, di sviare lo svolgimento regolare di una pubblica funzione. Ora però vediamo che cosa è successo nel caso deciso con la prima sentenza menzionata.

La vicenda processuale

La Corte di appello conferma la decisione con cui il Tribunale, in primo grado, ha assolto un imprenditore dal reato d'istigazione alla corruzione per particolare tenuità del fatto ai sensi dell'art. 131 bis c.p. All'imputato è stata contestata l'offerta di cesti natalizi contenenti generi alimentari a un Luogotenente e a due Marescialli dei Carabinieri impegnati nel compimento d'indagini nei suoi confronti, dopo il sequestro di alcune vasche dell'impianto di smaltimento dell'azienda di cui è socio.

Non c'è corruzione se il gesto è dettato da riconoscenza

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In sua difesa l'imputato contesta:

  • con il primo motivo la violazione del principio che richiede un collegamento tra contestazione e decisione in quanto gli è stata contestata la corruzione ai sensi dell'art. 322 comma 1, la Corte però lo ha condannato per l'ipotesi si reato più grave contemplata dal comma 2, interpretando il gesto del tutto erroneamente, visto che il regalo è stato fatto solo come gesto di riconoscenza per la disponibilità e umanità dimostrata nei suoi confronti dai carabinieri, non per condizionare il loro operato futuro nelle indagini che lo riguardano;
  • con il secondo il reato addebitato in quanto secondo la giurisprudenza di legittimità l'offerta o la promessa di doni di modesta entità (sotto i 150 euro come previsto dall'art. 4 del DPR 62/2013) non integrano il reato d'istigazione alla corruzione;
  • con il terzo la violazione dell'art. 606 comma 1 c.p.p in ordine alla ritenuta integrazione del reato.
  • Con il quarto chiede invece che il reato venga dichiarato estinto per prescrizione.

Il regalo di modico valore esclude lo sviamento dalla funzione pubblica

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La Cassazione accoglie il ricorso in relazione al terzo motivo, ritenendo così superati il secondo e il quarto motivo.

Il primo però per la Corte è infondato in quanto l'imputazione formulata nei confronti dell'imputato è in linea con l'intervenuta modifica legislativa, che la Cassazione descrive nel dettaglio.

Fondato invece il terzo motivo nella parte in cui il ricorrente evidenzia come il proprio gesto non potesse in alcun modo incidere sulle funzioni dei pubblici ufficiali. Pertinente per questo il richiamo alla giurisprudenza che, in ragione della non significativa utilità, esclude l'offensività della condotta.

Sul punto la Corte di Appello ha quindi errato, perché "non ha valutato se la consegna degli stessi (cesti natalizi) potesse in alcun modo compromettere, o a qualsiasi titolo incidere, sulla funzione esercitata o da esercitare da parte dei pubblici ufficiali" limitandosi a motivare "in ordine alla ragione per cui la consegna dei doni non trovasse una giustificazione nel sentimento di gratificazione del ricorrente."


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