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Data: 06/01/2022 06:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate
Vaccino Covid: a che punto siamo?[Torna su]
Il vaccino contro il Covid, anche se è più corretto parlare di vaccini anti Covid, da quando è esplosa la pandemia, non smette di essere al centro dell'attenzione dei mezzi di informazione. All'inizio lo si aspettava con trepidazione nella speranza che avrebbe spazzato via il virus. Poi sono arrivati i vaccini e via a preparare la campagna vaccinale. Ora che la maggior parte della popolazione italiana ha ricevuto due dosi di vaccino e molti sono in attesa della terza, per la parte di popolazione non ancora vaccinata si parla della possibilità d'introdurre l'obbligo vaccinale. Un percorso travagliato quello dei vaccini anticovid, sia per problemi legati alla produzione, che ad un certo punto ha fatto temere di non avere dosi sufficienti per tutti e un po' per la diffidenza che molte persone nutrono nei confronti di questi preparati. Una cosa è certa, i vaccini non creano scontri solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra i cittadini, che vivono l'eventuale introduzione dell'obbligo vaccinale come una violazione dei propri diritti. Vediamo in quali termini. Profili di costituzionalità dell'obbligo vaccinale[Torna su]
Il vaccino anti Covid in Italia è obbligatorio per chi esercita le professioni sanitarie in virtù dell'articolo 4 del DL n. 44 del 1 aprile 2021 n. 44, convertito poi dalla legge 28 maggio n. 76, per gli insegnanti, le forze dell'ordine e dal 15 febbraio 2022, in forza del decreto Befana (approvato il 5 gennaio 2022 dal governo) per gli over 50 (lavoratori e non). La scelta non ha mancato naturalmente di aprire un dibattito sulle legittimità di questa decisione. In effetti la vaccinazione obbligatoria per molti si pone in contrasto con l'art. 32 della Costituzione, che tutela la salute individuale e collettiva e che vieta i trattamenti sanitari obbligatori. La Corte Costituzionale sulla legittimità o meno dell'obbligo vaccinale si è espressa in più occasioni. Con la sentenza n. 307/1990 ha avuto modo di chiarire che: "la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l'articolo 32 della Costituzione se il trattamento sia diretto a migliorare o a preservare lo Stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell'uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale". Ancora più incisiva la sentenza n. 218/1994 in cui la Consulta precisa in sostanza che il bene pubblico prevale su quello individuale e che è dovere di ogni cittadino tenere condotte non lesive dei diritti altrui. Tuttavia, le sentenze della Consulta si riferiscono a vaccini consolidati ormai da tempo e non anche a quelli anti Covid, per cui la letteratura medica non offre sicurezze sugli effetti a lungo termine (ed anzi ne tiene conto persino nel consenso informato sottoposto ai pazienti che si vaccinano), e per i quali è ancora in corso la sperimentazione (considerato che il trial clinico si concluderà nel 2024). Vaccino Covid e Green pass: limitazioni ai non vaccinati[Torna su]
Intanto, l'esecutivo, soprattutto con l'ultimo decreto, il n. 229/2021, proprio per spingere la vaccinazione ha previsto nei confronti dei soggetti non vaccinati (dai 12 anni in su) una serie di limitazioni che arrivano persino all'impossibilità di utilizzare i mezzi di trasporto pubblici (locali o regionali), riservati soltanto a chi può esibire il green pass rafforzato, oltre all'impossibilità di fruire di qualsiasi attività che non sia tra quelle considerate "essenziali", cui vanno aggiunte le nuove limitazioni del c.d. decreto Befana, in cui si prevede dal 20 gennaio l'accesso, solo mediante green pass, a tutta una serie di attività (negozi, parrucchieri, centri commerciali, ecc.). |
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