Data: 05/01/2022 06:00:00 - Autore: Gabriella Lax

Brexit, cosa succede per le Pmi adesso

[Torna su]

Cresce in Gran Bretagna la preoccupazione tra le piccole e medie imprese per il giro di vite dato all'import dall'Unione Europea, con l'entrata in vigore dal primo gennaio 2022 della nuova normativa nell'ambito della Brexit (vedi la guida Brexit). Le recenti regole, arrivate dopo la sospensione per tutto il 2021, impongono alle imprese di notificare alle autorità doganali esattamente cosa viene importato e da dove. Se la merce arriva con documenti incompleti, può essere sequestrata o rispedita al mittente.

Brexit, la nuova normativa che appesantisce le procedure

[Torna su]

Non si tratta di norme semplici e, a tal proposito, l'Unione ha previsto una serie di pubblicazioni informative molto dettagliate, disponibili in tutte le lingue europee e in Inglese, che informano su tasse, accise e IVA.

La paura delle piccole imprese è che la complicazione delle procedure burocratiche possa far venir meno gli esportatori, nello specifico quelli di specialità gastronomiche. In particolare, le nuove regole prevedono che le aziende denuncino alle dogane cosa viene spedito di preciso dall'Unione Europea al Regno Unito e viceversa e da dove. L'esportatore europeo dovrà acquisire un numero di identificazione e inoltrarlo agli importatori britannici, che a loro volta dovranno raccogliere altri dati e notificarli alle autorità. Se la procedura viene evasa in modo scorretto o incompleto, i beni possono essere sequestrati, confiscati o rispediti al mittente.

Brexit, le altre regole in vigore da luglio 2022

[Torna su]

Ma le novità normative non sono finite. Dal 1 luglio entreranno in vigore ulteriori regole: dunque gli esportatori avranno anche bisogno di certificati sanitari e veterinari se esportano cibi o altri prodotti di origine animale. A luglio prenderanno il via ispezioni fisiche dei beni ai valichi di frontiera nel Regno Unito, e ciò potrebbe condurre a nuovi ritardi nelle consegne delle merci.


Tutte le notizie