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Data: 02/03/2023 12:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate
Cos'è il decreto flussi[Torna su]
Il decreto flussi è un provvedimento che ogni anno viene emanato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dopo aver sentito i ministri interessati e le competenti Commissioni parlamentari. Il provvedimento definisce, in base al documento programmatico triennale relativo alla politica dell'immigrazione e degli stranieri nel territorio dello Stato, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato, per lavoro subordinato (anche stagionale) e per lavoro autonomo, tenuto conto dei ricongiungimenti familiari e delle misure di protezione temporanea eventualmente disposte. Il decreto flussi è un provvedimento molto importante perché è in base alle quote in esso definite che vengono rilasciati i visti d'ingresso per lavoro subordinato, anche stagionale e per lavoro autonomo. Come viene emanato il decreto flussi[Torna su]
Il decreto flussi è previsto dalla legge n. 40/1998, che contiene la disciplina dell'immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero. All'art. 3 di detta legge, dedicato alle politiche migratorie, si stabilisce in pratica che il Presidente del Consiglio è tenuto (una volta sentiti tutti gli enti e i soggetti interessati e attivi nel fornire assistenza ai fini dell'integrazione dello straniero), a predisporre ogni tre anni il "documento programmatico relativo alla politica dell'immigrazione e degli stranieri nel territorio dello Stato". Documento che deve essere prima approvato dal Governo e poi trasmesso al Parlamento. Le Commissioni entro 30 giorni dal ricevimento devono esprimere il loro parere sul testo inviato e del loro parere si tiene conto prima di procedere alla sua emanazione con decreto del Presidente della Repubblica. Il documento programmatico è quindi propedeutico al decreto flussi, come anticipato, perché individua, tra le altre cose, anche i criteri generali per definire i flussi di ingresso nel territorio italiano, delinea gli interventi pubblici finalizzati a favorire le relazioni familiari, l'inserimento sociale e l'integrazione culturale degli stranieri che risiedono in Italia. Il tutto nel rispetto delle diversità e delle identità culturali, a condizione che non si pongano in conflitto con il nostro ordinamento giuridico, prevedendo altresì ogni possibile strumento per un positivo reinserimento nei Paesi di origine. Come vengono determinati i flussi[Torna su]
La determinazione dei flussi di ingresso è regolato dall'art. 19 della legge n. 40/1998, il quale stabilisce infatti che l'ingresso nel territorio dello Stato per motivi di lavoro subordinato, anche stagionale, e di lavoro autonomo, avviene nell'ambito delle quote di ingresso stabilite appunto con uno o più decreto flussi. Decreti con i quali i nostri ministri degli esteri, dell'interno e del lavoro, possono anche assegnare quote preferenziali di ingresso a cittadini di stati extra europei con i quali siano intervenuti accordi proprio in materia di regolamentazione dei flussi e di procedure di riammissione. Accordi con i quali possono anche essere definiti flussi specifici anche per i lavori stagionali. I decreti flussi devono naturalmente tenere conto, nel definire il numero dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro da rilasciare, dell'andamento dell'occupazione e dei tassi di disoccupazione a livello nazionale e regionale, così come del numero dei cittadini stranieri extra UE iscritti nelle liste di collocamento. Decreto flussi 2023: cosa prevede[Torna su]
Il decreto flussi 2023 (sotto allegato, emanato dal Presidente del Consiglio dei ministri il 29 dicembre 2022 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 21 del 26 gennaio 2023) ammette nel territorio dello Stato 38.705 unità di cittadini extraeuropei. Di questi sono ammessi sul territorio per motivi di lavoro subordinato non stagionale nei settori dell'autotrasporto merci, edilizia, settore turistico-alberghiero, meccanica, telecomunicazioni, alimentare e cantieristica navale, 30.105 cittadini dei Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere specifici accordi di cooperazione in materia di migrazione. Gli stranieri ammessi per lavoro stagionale turistico-alberghiero e agricolo sono 44.000 unità dei paesi art. 3 comma 1, lett. a). Di questi, 22.000 unità sono ammessi per lavoro stagionale agricolo. Di 24.105 sono ammesse per lavori non stagionali unità provenienti da "Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d'Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Peru' Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina". I restanti 6000 invece sono ammessi a condizione che nel corso del 2023 entrino in vigore accordi specifici in materia migratoria. All'interno della quota delle 38.705 unità è possibile convertire i permessi di soggiorno per lavoro subordinato in 4000 permessi per lavoro stagionale, in 2000 permessi per studio, tirocinio o formazione professionale, in 200 permessi per soggiornanti di lungo periodo UE se rilasciati da un paese membro dell'Unione. Prevista inoltre la conversione dei permessi per il lavoro autonomo in 370 permessi per studio, formazione professionale o tirocinio e in 30 permessi per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da un paese UE. Per motivi di lavoro autonomo, consentiti 500 ingressi per imprenditori che investono e creano almeno tre nuovi posti di lavoro, liberi professionisti, titolari di cariche societarie di natura amministrativa o di controllo, artisti di chiara fama o alta o nota qualificazione professionale, soggetti che intendono costituire "start up". I termini per fare domanda decorrono dalle ore 9.00 del 60° giorno successivo alla pubblicazione del decreto, ossia dal 27 marzo 2023 fino al 31 dicembre 2023 o prima, in caso di raggiungimento delle quote. Ai fini della domanda di nulla osta, il ministero dell'interno con circolare n. 1212 del 24 febbraio 2023, ha comunicato la semplificazione della procedura di accesso al portale informatico dedicato (ALI). Ogni richiedente potrà presentare una o più domande (accedendo tramite Spid e selezionando il modello in base al tipo di lavoro), senza un limite massimo. Inoltre, non servirà più presentare richiesta di profanazione in Prefettura: il sistema informatico profilerà in modo automatico alcuni operatori. |
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