Data: 08/01/2022 06:00:00 - Autore: Pierluigi Tramonte

L'obbligo vaccinale per gli over 50

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Non essere in regola entro il 1� febbraio con la vaccinazione anti covid-19 comporta per gli over 50 una sanzione di 100 euro e dal 15 febbraio anche l'impedimento ad accedere al luogo di lavoro, se sprovvisti di Super Green Pass (SGP), che per i professori universitari � richiesto indipendentemente dall'et�.
Si potrebbe dire che, siccome nessuno reclama, il governo, non riuscendo ad escogitare sanzioni pi� efficaci, continua a tenere in ostaggio il diritto al lavoro.
Alla vigilia dell'Epifania e con la politica interamente distratta dalle vicende dell'elezione del Presidente della Repubblica, il Consiglio dei Ministri ha votato all'unanimit� il DECRETO-LEGGE 7 gennaio 2022, n. 1, "Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore".

Sar� curioso osservare il comportamento dei costituzionalisti, che in materia di concessioni al governo sulle misure anti pandemia hanno manifestato finora grandissima tolleranza, per vedere se sar� uguale, quando si tratter� di interpretare le eccezioni necessarie a garantire il voto per il Quirinale in modo sicuro: sar� consentito recarsi al seggio se positivi o non vaccinati con pi� di 50 anni? Sar� ammesso l'assembramento di senatori e deputati nell'assemblea congiunta? Sar� ammesso il voto a distanza? I quorum potranno adeguarsi alle assenze per ragioni sanitarie?

Lo scrivente � confidente che questi aspetti sfidanti della nostra Costituzione troveranno tra gli stessi studiosi di giurisprudenza risposte caratterizzate da maggiore rigidit� interpretativa rispetto a quanto dimostrato nei confronti della campagna vaccinale.

DECRETO-LEGGE 7 gennaio 2022, n. 1

Ma torniamo al DL 1/2022. Le fasi preparatorie sono state animate dal dibattito politico intorno alla necessit� di incentivare la campagna vaccinale senza penalizzare il diritto al lavoro come invece veniva ipotizzato dalle proposte iniziali che prevedevano la mera estensione del Super Green Pass (SGP) sul luogo di lavoro. Vediamo come sono andate le cose.

Il decreto in questione, firmato da tutti i ministri e descritto dalla stampa come "varo dell'obbligo vaccinale generalizzato" si pu� sintetizzare cos�: non essere in regola entro il 1� febbraio con la vaccinazione anti covid-19 comporta per gli over 50 una sanzione di 100 euro e dal 15 febbraio anche l'impedimento ad accedere al luogo di lavoro, se sprovvisti di Super Green Pass (SPG), che per i professori universitari � richiesto indipendentemente dall'et�.

Dunque, il principio discriminatorio verso i lavoratori, che ha caratterizzato finora la campagna vaccinale, sembra confermato anche da questo decreto, e pare ormai metabolizzato dalle parti sociali. Si potrebbe dire che, siccome nessuno reclama, il governo, non riuscendo ad escogitare sanzioni pi� efficaci, continua a tenere in ostaggio il diritto al lavoro. Questa pratica � pericolosa, e non ci resta che sperare che ci� avvenga per un tempo inferiore a quelli previsti dall'istituto dell'usucapione. L'obbligo di SGP al momento vale fino al 15 giugno 2022.

Il DL 1/2022 introduce le sue novit� modificando il decreto-legge 1� aprile 2021, n. 44, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 2021, n. 76. Quale migliore occasione di questa, dell'inasprimento dell'obbligo vaccinale, ci sarebbe stata per rimuovere lo scudo penale previsto dall'art 3 dello stesso decreto - che depenalizza il reato di omicidio o lesioni gravi causati dalla somministrazione del vaccino - e dall'art 3-bis � che prescrive al giudice la concessione delle attenuanti per reati sanitari connessi con l'emergenza sanitaria? Si sarebbero disinnescati sospetti e favorito la campagna vaccinale.

Scudo Penale

Il governo � stato di parere diverso e ha ritenuto pi� utile mantenere lo scudo penale.

Se da una parte si odono forti le voci contro l'esiguit� della sanzione per gli inadempienti all'obbligo, ritenuta troppo bassa per convincere coloro che hanno paura a sottoporsi al vaccino, tutto tace quando si chiede conto delle paure dei medici vaccinatori e della catena di responsabilit�, che trattengono per s� lo scudo penale nell'assoluto silenzio. Per loro la paura fa novanta!

Lo scudo penale, merita precisarlo, � lesivo della reputazione del medico vaccinatore, che nello svolgimento della sua professione ha il diritto/dovere di assumersi le proprie responsabilit� di fronte al paziente e al giuramento di Ippocrate; nonch� delle prerogative del magistrato, a cui vengono imposte le attenuanti da considerare nei casi di disgrazia causate dalla poca conoscenza del fenomeno Covid-19, perch� in questo modo viene inibito nel suo diritto di chiedere conto agli accusati di come mai tale poca conoscenza del fenomeno abbia portato ad adottare provvedimenti sanitari aggressivi e poco prudenti.

I limiti costituzionali pongono condizioni ma non debbono averle

Il governo agisce con l'aria di chi ritiene di non avere limiti quando si tratti di "fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettivit�". E' un errore, e lo � sia non accorgersene che non segnalarlo.

I limiti costituzionali pongono condizioni ma non debbono averle. Il costituzionalista dev'essere severo sempre, non solo in occasione del voto per il rinnovo del Presidente della Repubblica. La sua severit� nell'esigere il rispetto dei vincoli costituzionali non deve dipendere dal valore che egli attribuisce alla posta in gioco, perch� questa condizione sarebbe contingente. Le sue valutazioni personali del fenomeno pandemico potrebbero indurlo a rilassare la severit� con cui giudicare il legislatore sull'obbligo vaccinale. Invece non spetta a lui giudicare la posta in gioco come precondizione per stabilire se valga o meno la pena azionare i freni costituzionali, che invece debbono sempre essere supposti attivi e pronti ad intervenire anche nelle circostanze che paiono le pi� innocenti.

La nostra idea di globalizzazione � cambiata

Si pensi ai tanti morti in epoca pre-pandemica nei corridoi degli ospedali congestionati dai picchi influenzali, che ad ogni inverno con cadenza periodica suscitavano polemiche sulla gestione sanitaria. Si pensi all'epidemia SARS 2002-2004, la cui risposta non contempl� la vaccinazione, neppure facoltativa. Quei fenomeni, intrinsecamente impredicibili, produssero risposte diverse dal Covid-19 non perch� i fenomeni erano diversi, ma perch� lo eravamo noi; l'idea che all'epoca avevamo della "globalizzazione" � cio� la concettualizzazione del nostro mondo - era quella di una competizione a tutti i costi che non aveva tempo di occuparsi di malati, morti, sostenibilit�. L'idea di bloccare l'economia per ragioni sanitarie oppure dirottare ingenti risorse finanziare per la ricerca di un vaccino su larga scala contro un virus contingente era semplicemente impensabile.

Venuto meno l'istinto di competere ad ogni costo - vuoi per stanchezza, vuoi per invecchiamento o per qualsiasi altro fattore interno alla nostra idea di societ� globale � che ci illudiamo discenda dalle nostre esperienze quando invece le condiziona, solo allora sono nate certe riflessioni, che hanno condizionato il modo con cui osserviamo i fenomeni, compresi quelli sanitari, che sono s� oggettivi, ma a quelle precise condizioni. E non viceversa.


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