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Data: 05/03/2022 23:00:00 - Autore: Gabriella Lax
La lettera a Mattarella[Torna su]
Non promulgare la legge di conversione del DL n. 1/2022 e chiedere una nuova deliberazione alle Camere. E' quanto domanda l'Ulf che, nonostante i precedenti appelli rimasti vani, forte dell'illegittimità del provvedimento, ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella (in allegato la versione integrale). «Signor Presidente – si legge nella missiva del Coordinamento di Cittadini ed Associazioni per le Libertà Fondamentali promosso da avvocati - tenuto conto dei dati sanitari richiamati nella citata relazione al DdL e dell'attuale situazione sanitaria ed epidemiologica, possono mai ritenersi rispettati i principi fondamentali?». Leggi anche Ulf: "dignità umana per i lavoratori non vaccinati" Il bilanciamento degli interessi costituzionali[Torna su]
L'Ulf fa leva sul bilanciamento tra opposte esigenze costituzionali. Dunque «tutela del diritto alla salute, nel suo contenuto di libertà di cura, al lavoro, alla retribuzione ed alla non discriminazione del singolo, di cui agli artt. 1, 2, 3, 4, 32, 35, 36, 117, Cost. - da una parte - e il coesistente e reciproco diritto alla salute degli altri e con l'interesse della collettività, tutelati dall'art. 32 Cost.» - dall'altra. In numerose occasioni la Corte Costituzionale e, in minor misura, la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, si sono pronunciate in tema di obbligo vaccinale e relative sanzioni, «subordinandone - sottolinea l'Unione - la legittimità al rispetto dei criteri di proporzionalità ed adeguatezza». La legge di conversione del DL n. 1/2022, approvata dal Senato il 02.03.2022, introduce, invece un «obbligo vaccinale generalizzato per i cittadini ultracinquantenni e, in caso di violazione, l'inibizione al lavoro e la sospensione della retribuzione e di ogni altro compenso o emolumento, comunque denominati», richiamando, a fondamento dell'ulteriore compressione di diritti costituzionalmente tutelati, dati risalenti al periodo novembre/dicembre 2021. La compressione di diritti costituzionalmente garantiti[Torna su]
L'Ulf riporta le affermazioni contenute nelle due note sentenze della Corte costituzionale (C. Cost. 282/2002 e ss.; C. Cost. 5/2018) con le quali, la Consulta ha chiarito «seppur il contemperamento dei molteplici valori costituzionali coinvolti lascia spazio alla discrezionalità del legislatore nella selezione tra raccomandazione ed obbligo e, in quest'ultimo caso, nel calibrare variamente le misure, anche sanzionatorie, volte a garantirne l'effettività, la suindicata discrezionalità del legislatore deve essere esercitata alla luce delle diverse condizioni sanitarie ed epidemiologiche, accertate dalle autorità preposte, e delle acquisizioni, sempre in evoluzione, della ricerca medica, che debbono guidare il legislatore. E nel valutare l'intensità di tale cambiamento - per cui ciò che in precedenza era raccomandato, oggi è divenuto obbligatorio - occorre considerare che nell'orizzonte epistemico della pratica medico-sanitaria la distanza tra raccomandazione e obbligo è assai minore di quella che separa i due concetti nei rapporti giuridici». Oltre alla Corte Costituzionale, la Cedu (nel caso Vavricka), in tema di obbligo vaccinale ha affermato che la modalità di coercizione, per rispettare il principio di proporzionalità, deve avvenire tramite sanzioni moderate, onde non violare l’art. 8 CEDU che tutela l’individuo dall’ingerenza statale nella sfera privata. Ma, domanda l'Ulf al capo dello Stato: "può ritenersi proporzionata ed adeguata (anche alla luce dell’attuale situazione sanitaria ed epidemiologica) una legge che priva il lavoratore non vaccinato della fonte di sostegno delle esigenze fondamentali di vita ed al contempo lo esclude da ogni forma di assistenza ai fini della sopravvivenza?". E il riferimento va anche alla violazione dell'art. 32, co.2, ultima parte, Cost., "introdotto dal noto 'emendamento Moro', che pone il limite inviolabile della dignità umana, assistita altresì dall’art. 2 Cost.: negare i mezzi di sussistenza al soggetto non vaccinato lede la stessa dignità umana, non suscettibile di bilanciamento alcuno con altri valori costituzionali". Le norme sul green pass discriminatorie[Torna su]
L'unione fa notare inoltre che «La legge in esame prevede la possibilità per i soggetti provenienti dall'estero vaccinati o guariti da oltre sei mesi di accedere ai servizi ed alle attività per i quali nel territorio nazionale sussiste l'obbligo di possedere il c.d. green pass rafforzato». Sarebbe una disposizione «discriminatoria, non ha alcun fondamento sanitario o epidemiologico. Piuttosto tutti gli interventi legislativi precedenti hanno introdotto limitazioni alla circolazione tra Paesi diversi per contenere, secondo le linee guida internazionali, la diffusione del virus Sars-CoV-2. Detta previsione è, dunque, irragionevole e vìola altresì i princìpi di buon andamento ed imparzialità tutelati dalla Costituzione. Nella stessa legge in esame, in assenza del c.d. green pass rafforzato, viene inibito il lavoro e sono negati i mezzi di sussistenza agli ultracinquantenni ma, al contempo, a chi viene dall'estero è consentito, con il solo tampone, l'accesso a sevizi ed attività preclusi ai soggetti non vaccinati non provenienti dall'estero. Ciò conferma che, in violazione dei principi espressi dalla Corte Costituzionale, le compressioni delle libertà fondamentali introdotte dal DL 1/2022 non si fondano su alcuna base scientifica».
L'appello a Mattarella: non promulghi la legge[Torna su]
L'Unione si sofferma poi sull'iter decisionale del testo che, pur così "incisivo su valori e diritti costituzionali" e meritorio di una trattazione piena, è stato esaminato in modo "meramente simbolico", sia alla Camera che al Senato, limitando, "se non mortificando le funzioni e le prerogative del Parlamento". Da qui l'appello a Mattarella a raccogliere l'invito «per quelle migliaia di persone private, oggi immotivatamente, dei più elementari diritti, dimenticati nel repentino passaggio tra la vecchia e nuova tragedia rappresentata dalla guerra. Sì repentino da non aver avuto il tempo di liberare i cittadini italiani da una situazione ormai alle spalle. Per tutto quanto detto sopra siamo a chiedere la non promulgazione della legge di conversione del DL n.1/2022 ed il suo rinvio alle Camere». |
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