|
Data: 31/08/2022 13:00:00 - Autore: Rabita G.L. e Pedicone A.Decreto crescita e attacchi cibernetici[Torna su] La sicurezza informatica non è una attività esclusivamente passiva. "Il presidente del Consiglio può adottare misure di intelligence di contrasto in ambito cibernetico in situazioni di crisi o emergenza a fronte di minacce che coinvolgono aspetti di sicurezza nazionale e non siano fronteggiabili solo con azioni di resilienza, anche in attuazione di obblighi assunti a livello internazionale." Questo inciso, inserito nel decreto crescita, chiarisce che la guerra informatica è cosa seria, tanto quanto quella tradizionale. Motivo per cui è da considerarsi lecito un contro attacco a chi attenta la sicurezza nazionale, anche se lo fa solo attraverso attacchi cibernetici. Ci si potrà quindi difendere attaccando. Il perchè[Torna su]
Il conflitto in Ucraina ha certamente accelerato una decisione che era però nell'aria, anche a seguito dei tanti attacchi a vari siti istituzionali. "Accanto e a sostegno della guerra tradizionale con la quale purtroppo, con efferati effetti, il continente europeo è tornato a confrontarsi in questi mesi drammatici, si sta affermando una guerra di forma ibrida, pianificata ed alimentata da attacchi cibernetici". È questo uno dei passaggi principali dell'ultima relazione del Copasir al Parlamento. La cyber guerra ha fornito una spinta determinante per la creazione della Agenzia per la Cybersicurezza, guidata dal professor Roberto Baldoni e dalla sua vice Nunzia Ciardi, i quali - insieme al sottosegretario Franco Gabrielli - forniscono importanti input in un settore strategico ma fino a poco fa sottovalutato se non addirittura ignorato. Effetti pratici[Torna su] In sostanza, in caso di attacco non ci si dovrà soltanto difendere, ma si potrà contrattaccare l'hacker. Saranno però necessarie precise regole di ingaggio e una grande competenza. Se questo ultimo aspetto non preoccupa, viste le eccellenze nazionali, la realizzazione del primo punto desta ancora qualche perplessità. |
|