La controversia sull'affido del figlio minore sorge nell'ambito di una controversia di separazione. Il ricorso viene intrapreso dal marito, che chiede l'affido condiviso del figlio con collocazione presso la madre e che venga disposto un contributo mensile per il minore di 150,00 euro, oltre spese straordinarie nella misura del 50% ciascuno.

L'uomo lamenta difficoltà economiche e un certo ostruzionismo della madre a consentirgli di pernottare con il minore. Chiede quindi l'intervento dei servizi sociali, anche per evitare disagi ulteriori al figlio, affetto da una patologia grave.

La moglie chiede l'addebito della separazione al marito, l'affido esclusivo del minore e un contributo mensile per il figlio di 350,00 euro, fornendo la propria versione dei fatti, in cui evidenzia il totale disinteresse dell'uomo per il figlio e per le sue necessità.

La versione della donna non viene contestata dal marito e dalla relazione dei servizi sociali emerge come in effetti l'uomo non abbia mai preso contatti per avviare gli incontri con il minore.

Disinteresse che il Tribunale valorizza ai fini del decidere, soprattutto alla luce dalla invalidità del minore e delle condizioni precarie del nucleo familiare, anche dal punto di vista abitativo.

Tutte ragioni che non conducono ad un giudizio positivo sulle capacità genitoriali dell'uomo. All'opposto la madre dimostra la idoneità alla crescita del minore, compito che ha sempre svolto da sola, senza sostegni esterni.

Il Tribunale rimette quindi ai servizi sociali la decisione di regolare il diritto di visita del padre e dispone a carico dell'uomo l'obbligo di provvedere al versamento di 300 euro mensili per il figlio a cui si somma il 60% delle spese straordinarie. Alla madre l'affido esclusivo del minore.

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