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Data: 23/03/2023 15:00:00 - Autore: Mirella Stigliano
Amministratore di condominio: vantaggi e svantaggi[Torna su]
Per fare il focus sulla professione di amministratore di condominio e analizzarne i vantaggi e svantaggi competitivi ho saccheggiato la "cassetta degli attrezzi" della comunicazione in generale e della PNL in particolare imbattendomi sull'intelligenza linguistica magistralmente approfondita da uno dei massimi esperti della comunicazione Paolo Borzacchiello. Cos'è l'intelligenza linguistica? E' quella "magia nera" che definisce benzina "verde" un carburante terribilmente inquinante. E' quella "magia nera" che definisce "missione di pace" l'atrocità della guerra. E' quella magia nera che definisce "fuoco amico" la morte provocata dai tuoi stessi alleati. L'intelligenza linguistica è dunque la "bacchetta magica" che trasforma parole negative in parole friendly. Intelligenza linguistica è dunque una riflessione su ciò che le parole possono fare, nel bene e nel male, spesso senza che noi ne siamo assolutamente consapevoli. Le parole sono le catene con le quali ci hanno incatenato, ma possono essere anche lo strumento con il quale ci ribelliamo. Perché è cosi importante l'intelligenza linguistica? Non certo perché arricchisce il nostro vocabolario (risultato di per se stesso decisamente non trascurabile) ma perché l'utilizzo di parole diverse incide profondamente: a) Sul nostro stato d'animo; b) sulla narrazione che abbiamo di noi stessi; c) sulla percezione che diamo di noi stessi agli altri perché non dimentichiamolo mai "Se non credi in te stesso, nessuno lo farà per te" (Kobe Bryant)". Ecco, mi sono convinta che noi amministratori siamo i primi a non credere in noi stessi, siamo i primi a fare una pessima narrazione di noi stessi, siamo gli artefici della negatività che suscitiamo negli altri. Insomma, siamo i carnefici di noi stessi e della nostra professione. Ma basta con le introduzioni e vediamo cosa riflette lo specchio delle nostre emozioni. Delegittimazione professionale[Torna su]
... una valanga senza fine di delegittimazione professionale. Bene, anzi male, anzi malissimo. Ma riflettiamo un attimo…..pensiamo davvero di essere gli unici a soffrire di delegittimazione professionale? Perché nel caso ci fossimo distratti, gli avvocati sono squali e avvoltoi, i medici - che salvano vite nei pronti soccorso - vengono aggrediti e malmenati, gli insegnanti – che hanno un ruolo importante nella crescita dei nostri figli – sono spesso bullizzati o peggio ancora umiliati con pistole a pallini!!! A ben riflettere la delegittimazione professionale investe tutti e tutte le categorie professionali, nessuna esclusa. Questa percezione di "persecuzione delegittimante di categoria" va sradicata con tutte le nostre forze. Come va assolutamente scardinata la Sindrome dell' Amministratore fantozziano. Ma ci ascoltiamo quando ci chiedono qual è la nostra professione? Alziamo gli occhi al cielo, sospiriamo, arrossiamo e, quasi scusandoci, diciamo che siamo amministratori di condominio. E se provassimo a stravolgere questa narrazione? E se dicessimo al nostro interlocutore "Sono un imprenditore immobiliare che gestisce decine di milioni l'anno, esperto di contabilità e recupero crediti, mi relaziono sistematicamente con legali, ingegneri e proprietari" Diciamo una bugia? Assolutamente no. Solo che la prima risposta suscita derisione, compassione e sopraffazione. La seconda, suscita rispetto, ammirazione, quasi invidia. Questa considerazione oggettiva ci porta a delineare la prima regola del cambiamento consapevole: basta con la modestia. Basta! La modestia non è una virtù, è un difetto. Dobbiamo bannare la parola modestia sia dal nostro vocabolario che dal nostro DNA. Noi amministratori dobbiamo imparare a "tirarcela" un po' di più, molto di più, perché la scelta delle parole che usiamo nel descrivere la nostra professione è determinante sia per la nostra autostima, sia per la percezione che gli altri hanno di noi. Il processo di cambiamento non può decollare senza sviluppare una intelligenza linguistica, citando testualmente Paolo Borzacchiello " SEI LE PAROLE CHE USI, DIVENTI LE PAROLE CHE SCEGLI. LE PAROLE CHE USI DICONO DA DOVE VIENI, LE PAROLE CHE SCEGLI DICONO DOVE VUOI ANDARE" Continuo a guardare lo specchio delle mie emozioni e vedo riflessa una profonda amarezza quando revocano l'amministratore. Revoca amministratore[Torna su]
La revoca è spesso accompagnata da una sensazione latente di umiliazione che mina inconsciamente la nostra autostima, un senso di sconfitta che ti si appiccica nell'anima. Ma proviamo a riflettere insieme. Quand'è che veniamo revocati? Quando diciamo NO al super boss, quando diciamo no al super lavoro, quando non sacrifichiamo la nostra famiglia, quando rispettiamo la nostra privacy. Insomma, a ben vedere, la revoca NON È UMILIAZIONE ma RIBELLIONE. Dobbiamo vivere la revoca a testa alta, quasi con orgoglio perché se ci ribellassimo tutti, tanti ne perderemmo di condomini, quanti ne prenderemmo di nuovi. Con più consapevolezza con più rispetto di diritti e doveri. Perché una cosa è certa: i condòmini possono detestarci, biasimare, persino arrivare a odiarci ma nessuno può fare a meno dell'amministratore di condominio. Questa riflessione ci porta a definire una regola aurea che deve essere il nostro mantra: Nessuno può farti stare male senza il tuo permesso. Non devi conferire troppo potere alle parole. Dobbiamo fare attenzione a non farci offendere dalle parole. I maghi dobbiamo essere noi e non il contrario. Siamo noi che dobbiamo fare l'incantesimo con le parole. Siamo noi a doverle manipolare. C'è un'altra verità che dobbiamo fare nostra, una verità molto preziosa per liberarci dai sensi di colpa, dispiaceri e rimorsi e contemporaneamente può consentirci di vivere un presente più ricco e felice: "Chi controlla il passato, controlla il presente". Perché stiamo male? Perché stiamo bene? Tutte le nostre emozioni non dipendono solo dagli eventi ma anche dalla narrazione che noi stessi facciamo di questi eventi. Dobbiamo cambiare le parole che descrivono i fatti relegati negli abissi del nostro io con l'infamia di stress, amarezza e sofferenza. Basta. La memoria è labile, selettiva e assolutamente inaffidabile. La memoria è un processo in costante riscrittura. Noi possiamo riscrivere il passato. Se ci riusciamo, controlliamo il presente. E chi controlla il presente, controlla il futuro. Lo specchio è implacabile e mi riflette anche: Dinamiche assembleari[Torna su]
Il ring delle assemblee, la difficoltà nella comunicazione, la miopia delle decisioni e l'assoluta irrazionalità delle DINAMICHE ASSEMBLEARI. Come ci viene in soccorso l'intelligenza emotiva? Con due frasi illuminanti di Borzacchiello: a) Ognuno fa quello che può con i neuroni che ha. b) Possiamo discutere con chi si diletta a salire sulla scala di Darwin alla rovescia? No, non possiamo discutere ma possiamo invece dare un'altra interpretazione ad un'altra piaga, o pseudo tale, della nostra professione: Guadagni irrisori e troppe ore lavorative[Torna su]
Vero. Ma è vero per tutti, proprio tutti? Tutti chi? Molti amministratori esercitano in studi professionali di loro proprietà che costituiscono un indubbio valore patrimoniale. Piccole formiche investono creando, se non imperi, quanto meno solide certezze. Al termine della sua attività l'amministratore lungimirante, pur privato di ogni sacrosanto diritto alla pensione - potrà decidere di vendere le mura del suo studio ottenendo un introito molto più alto di una pensione di un dipendente di pari livello. Sempre che qualcuno riuscirà a prenderla una pensione. A proposito del mito del posto fisso, si avvisano i fautori e i nostalgici che la convinzione che i dipendenti prendono un ottimo stipendio lavorando molte meno ore di noi amministratori è priva di ogni fondamento. Un altro mito da sfatare. A proposito di miti da sfatare è quanto mai opportuno aggiornare il libro degli aforismi e dire a chiare lettere che il detto "Chi si accontenta gode" ha fatto danni incalcolabili sulla nostra motivazione. Non è vero che chi si accontenta gode. E' vero il contrario: "chi si accontenta muore". Non è vero che "Chi troppo vuole nulla stringe" è vero il contrario: "chi tanto vuole, tutto stringe". Non è vero che VOLERE è POTERE. Sciocchezze prive di ogni fondamento che spesso si traducono in boomerang motivazionale. A dirla tutta, non è neanche vero che "Si chiude una porta e si apre un portone", perché spesso neanche c'è un portone. Continuare a ripetere che "L'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re" è un reo pensiero, un pensiero cattivo, che ci blocca ed esprime il poco amore che abbiamo per noi stessi. Abbiamo bisogno di qualcuno che vigili su di noi. Dobbiamo avvalerci di qualcun altro che vigila sul nostro linguaggio che ci aiuti a fare la "pulizia buona" per fare una vera e propria trasformazione linguistica. Il reo pensiero va debellato per permettere una vita in linea con le nostre aspettative. Il reo pensiero si può conoscere, correggere e trasformare. Amministratori di condominio: campioni assoluti di resilienza[Torna su]
Ma una cosa è vera, gli amministratori di condominio sono campioni assoluti di resilienza. Finalmente un sorriso di soddisfazione! In realtà, c'è poco da sorridere per questo primato davvero poco invidiabile. Infatti, se intendiamo la resilienza come la capacità di adattamento all'ambiente avverso e circostante, ebbene, noi amministratori ci siamo adattati fin troppo: ai luoghi comuni, all'essere professionisti di serie B, ad essere il servitore sciocco del legislatore, alle angherie di condòmini maleducati. Ci siamo adattati troppo e questo adattamento ci ha precluso ogni cambiamento. La resilienza è una medaglia di latta. Un'altra parola da prendere con le molle è EMPATIA. Bella, orgogliosamente elegante, per alcuni versi una parola pretenziosa che evoca un pregio. Ma è veramente tale? In verità, a volte, la troppa empatia e l'essere in connessione intima con l'io del nostro interlocutore, ci imbriglia la razionalità e non ci fa prendere le giuste decisioni. Sul bugiardino dell'empatia ci dovrebbe essere scritto: Usare con moderazione. S. Agostino diceva una cosa bellissima. La Speranza ha due figli. La prima si chiama Indignazione. Il secondo Coraggio. L'indignazione serve a farci capire cosa non ci piace, cosa non riusciamo a tollerare. E il Coraggio serve a cambiare cosa non ci piace però per far questo dovete sapere cosa state criticando, dovete conoscere cosa non vi piace e poi dovete trovare dentro di noi il Coraggio per dire questa cosa qui non mi piace. E la cambio. Si cambia cambiando, non parlando di cambiamento! Se aspetti il coraggio non farai mai nulla. Nonostante la paura, tu agisci. Il successo non si ottiene senza paura, ma grazie alla paura! Dobbiamo avere il coraggio delle nostre idee. Solo cosi otteniamo i risultati che desideriamo. Dobbiamo adottare comportamenti coerenti con le nostre idee. Come sviluppare la coerenza? Con calma, forza e determinazione. Attraverso la spiegazione delle nostre idee. Senza fretta, ma senza indugio. Senza paura. Coraggio e Tempo. Coraggio di usare le parole in cui crediamo e tempo per mettere in campo tutti i nostri ideali. Specchio specchio delle mie brame...[Torna su]
Per concludere, chiedo nuovamente al mio specchio …….. "Specchio, specchio delle mie brame chi è il miglior amministratore del reame?
Mirella Stigliano Articolista Sole 24 - Consulente Network Studio Legale Cataldi Roma Contatti: studiolegalecataldiroma@gmail.com
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