" oppure sarà inevitabile lo sciopero. E' quanto affermano le
sul piede di guerra dopo la pubblicazione della circolare del ministero della giustizia del 31 marzo 2023 che prendendo atto degli "approfondimenti in corso" sugli "aspetti connessi al regime previdenziale e fiscale applicabili ai magistrati onorari confermati" ha deliberato nelle more la corresponsione di "acconti mensili".
La vicenda è ormai annosa.
Le Associazioni unite della magistratura onoraria, si legge nel comunicato diffuso dalle stesse, "lamentano che ad oltre un mese dalla convocazione del Sottosegretario Andrea Delmastro non è stata data alcuna risposta alle legittime istanze di una categoria che tratta e decide oltre il 50% del contenzioso nazionale, civile e penale. Nell'incontro svoltosi a Roma il 21 e 22 febbraio scorso, le Associazioni, di comune intesa, avevano presentato un documento unitario, articolato in dodici punti, che il Ministero acquisiva, impegnandosi a tradurlo in proposta normativa in tempi 'rapidissimi'".
Tuttavia, "dopo appena pochi giorni, ecco il Viceministro Sisto leggere in fretta e furia, in Parlamento, un testo regressivo e inaccettabile, ove vengono riesumate argomentazioni trite e superate dalla giurisprudenza europea e nazionale" scrivono ancora le associazioni unite. Inoltre, "essendo esplosa la drammatica emergenza dei magistrati onorari 'confermati', che da mesi si vedono negare ogni compenso, in luogo di intervenire con un doveroso e risolutivo decreto d'urgenza, il Governo ricorre al 'pannicello caldo' di una semplice nota ministeriale".
Si arriva così alla circolare del 31 marzo, con la quale, rincarano i magistrati onorari "ammettendo il disastro della Cartabia, i dirigenti del DOG e del DAG scrivono, nero su bianco, che 'il nuovo quadro normativo non contiene indicazioni, neanche attraverso il rinvio ad altre disposizioni, riguardo alla natura del reddito nonché al regime previdenziale e fiscale da applicare'. Questa desolante raffigurazione, certificata dai massimi dirigenti del Dicastero, giustificherebbe di per sé una soluzione normativa d'urgenza, specie in un momento in cui l’efficienza della Giustizia si interseca con il riconoscimento di finanziamenti essenziali per il futuro del Paese".
Ed invece denunciano "anche questo Governo, come quelli che lo hanno preceduto, sembra voler tergiversare sullo status dei magistrati onorari, affidando le sorti della categoria ad un atto interno che sospende il giudizio sull’inquadramento giuridico e interviene in maniera farraginosa, estemporanea e criptica, inventandosi la nuova figura dei 'pagamenti in acconto di stipendio', cautelativamente espressi sulla base di standard minimi e con la prospettazione di futuri "conguagli' la cui natura, ancora una volta, appare incerta e oscura. Con scelta assolutamente discriminatoria, la percezione dei suddetti acconti viene poi esclusa per i magistrati onorari che siano anche lavoratori dipendenti, quasi che lo svolgimento di una doppia attività autorizzi il Ministero a non pagare prestazioni lavorative di alta specializzazione di cui si avvantaggia".
La circolare pone, altresì, in evidenza che "la normativa vigente non contiene alcuna indicazione in ordine alla qualificazione del reddito, al regime fiscale e al regime previdenziale da applicarsi e ciò determina assoluta incertezza sulla natura del compenso, come comprovato dai bizantinismi che accompagnano faccende risibili come l’erogazione dei buoni pasto".
Da qui la richiesta di "un’immediata e opportuna correzione della circolare, che armonizzi le scelte del Ministero con la legislazione vigente e con il principio di non discriminazione".
I magistrati chiedono nello specifico che si risolva subito la situazione "con serietà e coerenza, mediante decretazione d'urgenza che dia attuazione al Documento unitario di cui il Sottosegretario On. Andrea Delmastro ha già dato pubblicamente valutazione positiva e che è conforme ai principi stabiliti dalle sentenze 'UX' e 'PG' della Corte di Giustizia dell’UE, nonché alle proposte legislative che l'attuale maggioranza di Governo aveva sostenuto, con convinzione e passione, quando era all'opposizione".
In difetto di riscontri concreti e immediati, avvisano, "attesa la situazione drammatica e non più tollerabile, si renderà inevitabile il ricorso ad astensioni e ad altre iniziative di protesta, che comporteranno sensibili disservizi in un settore cruciale per i cittadini e per la percezione dei fondi del PNRR".