|
Data: 04/03/2024 07:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate
Ddl Riforma Premierato: l'iter[Torna su]
Il disegno di legge AS 935 (sotto allegato) che si occupa della Riforma del premierato, già approvato dal Consiglio dei Ministri il 3 novembre 2023, è stato presentato dal Presidente del Consiglio in carica Giorgia Meloni e dal Ministro delle Riforme Istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabertta Casellati il 23 novembre 2023. Il testo, da quella data, è passato all'esame della 1° Commissione permanente affari costituzionali del Senato, che dal 28 novembre 2023 ha effettuato numerose audizioni informali di illustri esperti in materia. Il testo, come formulato al momento, si propone di modificare gli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione. L'iter per l'approvazione di questa legge di revisione costituzionale è lungo e complesso. Per modificare la Costituzione sono richieste due deliberazioni da parte di entrambe le Camere a una distanza minima di tre mesi una dall'altra. Se nel corso della seconda votazione entrambe le Camere dovessero approvare il testo con la maggioranza dei 2/3 dei componenti il testo sarà approvato. Se però tali maggioranze non dovessero essere raggiunte il testo dovrà essere sottoposto a un referendum popolare che dovrà essere richiesto entro il termine di 3 mesi dalla pubblicazione del testo da 1/5 dei membri di ogni Camera, da 500.000 elettori o da 5 Consigli regionali. I punti salienti della riforma[Torna su]
Le principali novità che emergono dal testo del disegno di legge sono le seguenti:
Procediamo a un breve raffronto tra la situazione attuale e a quella che si potrebbe configurare se la Riforma del premierato dovesse essere approvata in via definitiva. Elezione diretta del Presidente del Consiglio[Torna su]
L'articolo chiave della Costituzione che si vuole modificare è il 92. Al momento il comma 2 di questa norma prevede che sia il Presidente della Repubblica a nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questi, i Ministri. La riforma prevede invece l'elezione a suffragio universale del Presidente del Consiglio e la durata in carica dello stesso di 5 anni. L'elezione per la nomina del Premier e per il rinnovo della Camere avverranno contestualmente e una legge dovrà disciplinare un sistema elettorale delle Camere capace di garantire il rispetto dei principi di rappresentatività e governabilità. Detta legge dovrà inoltre prevedere un premio di maggioranza, che dovrà essere assegnato su base nazionale e che dovrà garantire il 55% dei seggi in ognuna delle due Camere, alle liste e ai candidati che sono collegati al Presidente del Consiglio. Da precisare che il Presidente del Consiglio verrà eletto nella Camera in cui ha presentato la sua candidatura. Al Presidente della Repubblica il compito, a questo punto, di conferire l'incarico al Premier eletto il compito di formare il nuovo Governo e di nominare, su proposta di quest'ultimo, i ministri che ne faranno parte. Una volta formato il Governo questo dovrà presentarsi alle Camere per la fiducia. Qualora la fiducia non venga concessa, il Presidente della Repubblica dovrà rinnovare l'incarico al Premier eletto di formare il Governo. In caso di nuova mancata concessione della fiducia al Governo da parte delle Camere al Presidente della Repubblica non resterà che procedere allo scioglimento delle Camere. Stop ai senatori a vita[Torna su]
L'altra grande novità del disegno di legge riguarda l'art. 59 della Costituzione. La Riforma vuole eliminare la categoria dei senatori a vita, pur lasciando in carica quelli che risultino già stati nominati alla data di entrata in vigore della legge di riforma costituzionale. |
|