Data: 17/08/2007 - Autore: Silvia Vagnoni
"Spetta al giudice di merito scegliere le risultanze probatorie ritenute decisive, (...) atteso che la consulenza tecnica, pur avendo di regola la funzione di fornire al giudice una valutazione relativa a fatti già provati nel processo, può legittimamente costituire fonte oggettiva di prova qualora sia stata disposta non soltanto per valutare i fatti stessi, ma anche per accertare quelli rilevabili soltanto con l'ausilio del perito".
È quanto si legge nella motivazione di una recente pronuncia della Corte di Cassazione (Sent. n. 13845/2007) che, oltre a precisare la funzione della consulenza tecnica d'ufficio, si esprime anche sul valore di quella di parte aggiungendo che essa "costituisce semplice allegazione difensiva a contenuto tecnico, privo di autonomo valore probatorio, rispetto alla quale il giudice non è tenuto a motivare il proprio dissenso".
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