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Data: 18/09/2007 - Autore: Andrea Falcone La necessità di competere è sempre più avvertita da chi intraprende con il necessario scrupolo il cammino delle professioni legali. In particolare la figura tradizionale dell'avvocato sembra sempre più evolversi. Fu del resto l'eroico Fulvio Croce a distinguere tra “chi è un avvocato e chi lo fa”, distinzione sovente ricordata in occasioni pubbliche dall'avv. Franzo Grande Stevens. Fare oggi l'avvocato è cosa ben diversa da quanto non fosse soltanto alcuni anni fa. Basti pensare alla figura dell'avvocato generalista, sempre più soppiantata dall'imporsi di una pluralità di specializzazioni in microsettori sempre nuovi del sapere giuridico. I dati diffusi da Almalaurea, il consorzio che dal 1994 raggruppa numerose università italiane e che tra le altre meritorie attività diffonde costantemente i propri preziosi rapporti sullo stato dell'Università italiana, rivelano che una notevole percentuale di laureati in giurisprudenza prosegue nel percorso degli studi piuttosto che tentare l'ingresso nel mondo del lavoro, a testimoniare, a mio parere, quanto sia sentita l'esigenza di affinare in uno specifico settore le competenze generali – talvolta carenti - sviluppate nel ciclo degli studi universitari. È in questo contesto competitivo e in continua evoluzione che si inserisce la necessità di arricchire il bagaglio professionale e curriculare delle conoscenze linguistiche. E non vi è dubbio che il ruolo di lingua franca in quest'ambito oggi sia ricoperto proprio dall'inglese. Si rimane sorpresi nello scoprire la crescente varietà dell'offerta di corsi di inglese specialistico – sia universitari che organizzati da enti privati – specificamente mirati alla formazione dei professionisti del diritto. La crescente attenzione alla formazione linguistica è testimoniata dalla recente istituzione da parte dell'autorevole University of Cambridge nell'ambito degli esami Esol (English for Speakers of Other Languages) in collaborazione con la svedese Translegal, da tempo operante nel settore della linguistica giuridica, di un esame di fresco conio (la prima sessione si è svolta nel maggio 2006 e sono attualmente previste due sessioni d'esame all'anno), il c.d. ILEC, acronimo per International Legal English Certificate. Non è un caso che detto esame (al pari del meno recente TOLES) prenda di mira il settore del diritto commerciale, in cui più che in altre branche si è avvertita la pressione della globalizzazione economica. Si tratta di una certificazione che si propone di divenire uno standard sempre più riconosciuto di conoscenza della lingua nello specifico settore delle professioni del diritto, nonché nel contesto delle facoltà giuridiche, similmente a quanto accaduto ad un livello più generale per l'ECDL, la Patente Europea del Computer, articolata su livelli (Base, Avanzato, Applicativo), certificazione sempre più diffusa e riconosciuta per la valutazione delle conoscenze informatiche possedute. La preparazione necessaria all'esame è mirata al consolidamento delle conoscenze linguistiche, fecondo ed ineliminabile complemento della preparazione strettamente tecnico-giuridica. Nel CEFR - Common European Framework of Reference for Languages elaborato dal Consiglio d'Europa - che divide la conoscenza di una lingua in livelli crescenti: A1, A2, B1, B2, C1, C2 - l'ILEC corrisponde ai livelli B2 o C1, a seconda dell'esito più o meno positivo della prova. La certificazione è riconosciuta dalla European Company Lawyers Association, dalla European Law Students Association, dall'International Association of Young Lawyers, nonché dalla European Young Bar Association. Il pregio dell'esame risiede nell'essere volto ad accertare il livello di competenza del candidato nelle quattro aree-chiave dell'apprendimento: reading, writing, listening e speaking, secondo un orientamento ormai consolidato nella strutturazione degli esami ESOL. Perciò l'attività di preparazione all'esame – sia individuale per chi ha già solide basi di general English sia assistita da un docente - dovrà condurre all'acquisizione di familiarità con il livello di inglese richiesto nel conte sto di uno studio legale operante nel settore commerciale ovvero per intraprendere un ciclo di studi nel Regno Unito o negli USA (per quanto non potrà considerarsi, allo stato, sostitutiva di certificazioni più note, richieste da università ed enti di formazione quali ad esempio il TOEFL e il CPE, Cambridge Proficiency). Sarà necessario dimostrare di saper comprendere testi complessi, di produrre brevi elaborati tecnici, di comprendere un discorso tecnico in lingua e di poter interagire con interlocutori su tematiche professionali. L'esame TOLES (Test of Legal Skills Examinations) prodotto dalla Global Legal English è anch'esso riconosciuto da diverse associazioni. I livelli d'esame – originariamente due – sono divenuti tre nella nuova versione, coprendo uno spettro che va dal livello base corrispondente ad A2 ad un livello di conoscenza C2: 1) Advanced; 2) Higher; 3) Foundation. La principale differenza rispetto all'esame ILEC, risiede nel non comprendere le abilità di listening e speaking, rimanendo tuttavia un esame rivolto sempre all'universo degli operatori del diritto nello specifico settore commerciale. L'auspicio è che la diffusione delle conoscenze linguistiche nel settore avvenga a partire dalle università e che prosegua nel corso della vita professionale di ciascuno in una prospettiva di mai concluso lifelong learning. A titolo di esempio segnalo come l'università dell'Insubria quale corso di aggiornamento e formazione permanente ha istituito un corso specificamente volto al conseguimento della preparazione necessaria a sostenere l'esame ILEC (denominato Advanced Legal English for ILEC), analogamente hanno proceduto taluni ordini degli avvocati presso alcune province italiane. Si spera nella moltiplicazione di certo genere di iniziative, affinché certi territori del sapere non vengano esplorati solo dai professionisti animati da maggiore zelo, rimanendo ignoti ai restanti. L'individuazione di validi standard potrebbe rivelarsi uno strumento utile su più fronti: per l'avvocato che intenda selezionare praticanti o collaboratori di studio all'altezza, così come per le aziende nella selezione di risorse umane da destinare al settore legale o per i giovani laureati che intendano arricchire il proprio curricolo e dimostrare di possedere un vantaggio competitivo rappresentato proprio dalla padronanza della lingua inglese. Articolo di: Andrea Falcone dott. in scienze giuridiche (per contattare l'autore dell'articolo: andreafalc@libero.it) |
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