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Data: 20/12/2007 - Autore: Cristina Matricardi Secondo gli Ermellini, infatti, la condanna penale può essere evitata dal datore di lavoro condizione però che l'impresa abbia imposto ai propri dipendenti la comunicazione al prorio superiore gerarchico, delle password dei PC e della posta elettronica. Alcune organizzazioni aziendali infatti, impongono la conoscenza del superiore gerarchico delle password dei propri dipendenti e ciò al fine di consentire l'accesso ai loro PC in caso di assenza Tali ipotesi, secondo la Corte, rimangono escluse dal disposto dell'art. 616 c.p. che espressamente punisce la condotta di chi prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa a lui non diretta. Con questa decisione la Corte ha respinto il ricorso presentato da una Procura avverso l'assoluzione di un datore di lavoro 'reo' di aver letto le e-mail aziendali di un proprio dipendente e successivamente di averlo licenziato proprio per via del loro contenuto. |
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