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Data: 22/02/2008 - Autore: Cristina Matricardi La Corte ha infatti osservato che l'utilizzo di espressioni scurrili e volgari ferisce "la dignità e l'amor proprio" del personale e che, in ogni ambiente di lavoro, a prescindere dalla formalità che si instaura tra dirigenti e dipendenti, occorre che tutti tengano un comportamento civile e improntato secondo i canoni della correttezza. Il datore di lavoro, secondo la Corte, deve vigilare ed evitare situazioni di sopraffazione e/o violenze (fisiche e anche verbali) avendo a suo carico, nei confronti dei propri lavoratori, anche l'obbligo di tutelare la loro personalità morale. Infine i Giudici di Piazza Cavour hanno precisato che l'obbligo di correttezza deve essere sempre richiesto e ciò anche nei confronti di quei dipendenti che coprono i piani alti della gerarchia. Con questa decisione la Corte ha reso definitivo il licenziamento intimato a un gestore di un negozio 'reo' di essersi rivolto ai suoi dipendenti con parole poco educate. |
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