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Data: 19/07/2008 16:00:00 - Autore: Punto-informatico.it I cracker di matrice brasiliana hanno segnato l'evolversi della rete nel paese e così lo spam e molte altre attività non del tutto edificanti. Ora però il Brasile è ad una svolta: dopo anni dalla presentazione in Parlamento, si sta avviando alle ultime battute un colossale progetto di legge che prevede una riforma sostanziale del diritto in materia di Internet, informatica, privacy e più in generale della Società dell'Informazione. Nel paese dove l'e-voting esiste da tempo, lo scorso 9 luglio, apprende Punto Informatico da alcuni docenti brasiliani che si occupano della cosa, il Senato (nella foto) ha approvato con modifiche la proposta di legge numero 89, un progetto nato alla Camera addirittura nel 2003, che in sostanza determina quali siano i comportamenti da considerarsi reati e quale debba essere la punizione. Alla cosa ha accennato proprio in questi giorni Global Voices, ma la vera novità è la cancellazione dalla proposta di una misura che prevedeva la registrazione coatta dei blogger, una procedura che come ben sanno i lettori di Punto Informatico è da tempo una ipotesi accarezzata da molti in Italia. Secondo i promotori, la legge metterà all'angolo cracker, disseminatori di virus e pedopornografi, istituendo pene specifiche anche contro l'incursione in computer altrui, in archivi pubblici e in reti di computer. Propositi importanti ma è difficile credere che basti una legge per spazzar via il crimine informatico. Ad ogni modo pene specifiche sono anche previste per chi trasferisce o prende possesso di informazioni contenute in computer o sistemi palesemente protetti, ad esempio dietro password di accesso. Presi di mira anche il phishing e, più in generale, tutte le attività che mirano ad impossessarsi dei dati di accesso a servizi finanziari e commerciali o dei dati di carte di credito. Sono poi considerati reati la falsificazione elettronica di documenti pubblici, e più in generale la manipolazione di dati e documenti particolari ed istituzionali. Tra le misure più controverse c'è l'adozione di una policy di data retention: ai provider viene chiesto di mantenere i log dei dati di traffico, che saranno a disposizione delle forze dell'ordine in caso di necessità. Allo stesso modo gli operatori Internet, che molto si sono fatti sentire in questi anni per evitare troppe forzature al loro ruolo di intermediari, saranno tenuti a comunicare segretamente alle autorità di pubblica sicurezza qualsiasi reato in cui dovessero imbattersi. I log dovranno contenere tutti i dati, dall'IP all'orario di accesso e via dicendo.... Continua... Pubblicazione autorizzata da punto-informatico.it |
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