Data: 17/12/2008 10:10:00 - Autore: Roberto Cataldi
Se c'� una cosa che non dovrebbe essere messa in discussione in Italia � che tutti sono uguali davanti alla legge. Chi risiede nel territorio italiano pertanto non pu� ottenere sconti di pena adducendo il suo diverso contesto culturale di appartenenza. E' la Corte di Cassazione a rimarcare questo concetto dell'uguaglianza stabilendo che un islamico residente in Italia, se maltratta la moglie, va punito con la stessa severit� riservata agli italiani. La Cassazione (sentenza n. 46300/2008), ha cos� respinto il ricorso di un marocchino residente a Torino che i giudici di merito avevano condannato a 2 anni 6 mesi e 20 giorni di reclusione per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale in danno della moglie e sequestro di persona. Gli Ermellini sono stati chiari sul principio: niente sconti di pena per il fatto che si tratta di un "cittadino di religione musulmana". La Corte spiega che un diverso trattamento andrebbe contro "i principi costituzionali" previsti dall'art. 2 e 3 che salvaguardano i diritti inviolabili dell'uomo e la pari dignit� sociale senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. L'uomo nel suo ricorso aveva sostenuto che la condanna gli era stata inflitta secondo una mentalit� tipica "della cultura occidentale" e quindi viziata da un "pregiudizio etnocentrico". La Suprema Corte ha respinto il ricorso rimarcando che "anche per i reati culturali o culturalmente orientati, il giudice non pu� sottrarsi al suo compito naturale di rendere imparziale giustizia con le norme vigenti" e di garantire una effettiva tutela alle vittime a prescindere della religione di appartenenza.
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